Per ora la classifica non è ancora da infarto, ma è chiaro che 6 punti in otto gare non sono affatto un ruolino di marcia da salvezza; specie se ben 5 le hai giocate in casa. Bisogna comunque guardare anche al bicchiere mezzo pieno: come contro Venezia e SudTirol il Pescara ha tirato fuori le unghie e...gli attributi quando era spalle al muro, con gli avversari che parevano in pieno controllo e quasi addormentati dall'impotenza biancazzurra. I finali di gara sono stati invece ben altra partita e, con la forza della disperazione (non avendo proprio più nulla da perdere) il Pescara ha rimediato tre punti insperati che lo tengono ancora a galla e gli evitano l'umiliazione della coda della classifica. Altro minimo comune denominatore, l'importanza della panchina che ha ridato vigore e linfa ad una squadra che fin lì era apparsa goffa e spenta, complice un approccio molle e impaurito. Questo aspetto è invece apparso evidente sempre, non traggano in inganno i primi tempi chiusi avanti a Modena e Genova. Ma qui, secondo noi, stanno le grosse responsabilità di mister Vivarini che finora non è riuscito ad infondere sicurezza e iniziativa al gruppo, magari complice il ritardato rodaggio di molti giocatori e le troppe defezioni per guai fisici. Oramai è chiaro che alcuni elementi non possono e non sanno (per ora) garantire fisicità e ritmo, ma soprattutto non riescono a dare pericolosità alla manovra; ci riferiamo ad esempio a Squizzato e, in parte, a Valzania ed Oliveri. Sul primo paiono d'accordo tutti gli addetti ai lavori e i tifosi: troppo lezioso e lento, spesso anticipato e impacciato nel dare via palla. Meglio mettere un elemento più offensivo davanti. Si è visto chiaramente invece l'impatto di Lorenzo Meazzi, che ogni volta che è entrato ha portato vivacità e sana incoscienza, gettandosi verso l'area senza timore e con una innegabile bagaglio tecnico. Gol a parte, Meazzi alzando notevolmente il baricentro ed inserendosi negli spazi, ha costretto gli avversari ad arretrare ed a coprirsi, mentre prima passeggiavano e facevano picnic a centrocampo. Se la gara con la Carrarese fosse durata altri 5 minuti il Pescara l'avrebbe probabilmente ribaltata, perchè l'inerzia era completamente cambiata, come ha riconosciuto lo stesso tecnico toscano Calabro. Allora è una grave colpa insistere per otto giornate con lo stesso assetto e lo stesso conseguente atteggiamento iniziale, mister Vivarini dovrà prenderne atto. Un monumento ovviamente va fatto anche ai tifosi, incredibili nel sostenere (all'inglese) sempre la squadra, mai fischiandola o rumoreggiando nei tanti momenti di difficoltà, come accade spesso negli altri stadi. La squadra indubbiamente questo lo sente e trova residue energie, anche perchè in gran parte del gruppo non manca l'orgoglio...come ha simbolicamente evidenziato con la sua divertente esultanza Di Nardo dopo il suo pareggio in zona Cesarini. Un discorso diverso va fatto per Gravillon, anche lui per ora goffo e impresentabile, figlio però della situazione di piena emergenza nel reparto centrali per le contemporanee defezioni di Brosco, Pellacani e Giannini. Ora, se Brosco è recuperabile perchè ha scontato la squalifica e magari imparerà finalmente la lezione moderando la sua foga, per il resto la lacuna sarà lunga e il giocatore di Guadalupe deve ritrovare in fretta la forma per evitare a se stesso ed al Pescara altre figuracce come quelle che, suo malgrado, sta collezionando. I gol subiti a Modena e il primo dalla Carrarese sono tutti suoi purtroppo e del grave ritardo nella marcatura. Gli avversari lo lasciano al palo, andando a nozze. Ma Vivarini ha detto anche cose giuste nella conferenza stampa post spavento: basta scendere in campo col terrore negli occhi, basta complessi di inferiorità e questo vale per squadra ed ambiente, che sono in osmosi quando un gruppo è giovane o inesperto per la categoria. Il Pescara non ha una rosa che garantisce punti ed infatti i bookmakers concordano nel relegarlo a sicura retrocessa per distacco, ma se non reagisce a questo scetticismo può solo affondare e vedere le avversarie come montagne insormontabili. Ci vuole un pò di sana incoscienza, come predicava (bene e concretamente) mister Baldini lo scorso anno: che Vivarini gli faccia una lunga telefonata. In trasferta, a cominciare da quella delicata di Chiavari sabato prossimo, il Pescara non potrà contare sull'effetto trascinamento del suo pubblico e quindi non dovrà più partire come un pulcino bagnato. Ci vorrebbero 11 Meazzi in campo, ma che almeno (vero Vivarini??) ce ne sia uno, che tra l'altro contro l'Entella si gioca la gara dell'ex perchè lì ha trascorso tre stagioni. Meglio prevenire che...dover curare negli ultimi minuti.
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