Il dato è lì, nudo e impossibile da mascherare: 29 gol subiti in appena 14 partite. Una media che supera le due reti incassate a incontro, e che colloca il Pescara all’ultimo posto in una classifica che nessuna squadra vorrebbe guidare: quella della peggior difesa tra tutte le società professionistiche italiane. Una fotografia impietosa, che racconta in modo fin troppo chiaro quali debbano essere le priorità della squadra e della società.

Questa fragilità non è il frutto di un singolo episodio o di un momento storto: è diventata un tratto distintivo della stagione, un limite che riemerge puntualmente e che finisce per annullare anche quei segnali di crescita e quei lampi di qualità che, a tratti, il Pescara riesce comunque a mostrare. Ogni volta che la squadra prova a crescere, ogni volta che costruisce qualcosa, puntualmente viene ricacciata indietro da un errore difensivo, da una disattenzione, da un varco lasciato aperto agli avversari.

È evidente che il problema sia profondo e non riguardi solo i singoli. La sensazione è che manchi una protezione adeguata davanti alla difesa, che ci sia poca comunicazione nelle marcature, poca compattezza nelle transizioni e un eccesso di spazio concesso sulle seconde palle. Tutto questo finisce per creare una spirale da cui è difficile uscire: si prende gol presto, si prende gol facilmente, e da lì si fa molta più fatica a costruire le partite.

Per Giorgio Gorgone, questi numeri non sono solo una statistica da archivio, ma una vera chiamata all’azione. La squadra ha bisogno di ritrovare ordine, concentrazione, solidarietà nei movimenti. Serve un lavoro quotidiano, quasi chirurgico, per ricucire un reparto che oggi appare troppo vulnerabile, troppo esposto, troppo fragile per una categoria così competitiva.

E la società, di fronte a numeri del genere, non può restare a guardare. Se il mercato dovrà portare rinforzi, è evidente che dovranno arrivare dietro, perché è lì che il Pescara perde le sue partite, è lì che si sgretola tutto ciò che di buono la squadra riesce a costruire.

Il campionato è ancora lungo e non tutto è perduto. Ma se il Pescara vuole rimettersi in carreggiata, se davvero vuole competere con ambizioni diverse, deve partire da qui: dal chiudere la porta. Senza una svolta netta nella fase difensiva, tutto il resto rischia di diventare solo un esercizio di speranza.

Sezione: News / Data: Sab 06 dicembre 2025 alle 15:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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