Il Pescara arriva a Bari in un momento che profuma di bivio, non solo per la classifica ma per lo spirito con cui la squadra deve rialzarsi dopo la brutta caduta contro il Padova. La settimana, racconta Giorgio Gorgone, è stata intensa, tirata a lucido sul piano della concentrazione, anche se l’umore non era quello dei giorni migliori. La voglia di reagire, però, è stata subito evidente. “È stata una settimana fatta molto bene,” spiega il tecnico, “anche se l’umore non era al massimo dopo la sconfitta con il Padova.”

Le scelte per domani non sono così limpide come si potrebbe immaginare. Non ci saranno Kraja, Pellacani, Merola e Oliveri, mentre Squizzato è stato convocato. Ma i veri dubbi, quelli che tormentano l’allenatore, nascono dal fatto che praticamente tutti stanno bene. “Sì, ho ancora dei dubbi di formazione, perché i ragazzi stanno molto bene,” ammette Gorgone, lasciando intendere che qualche cambiamento rispetto all’ultima gara ci sarà.

Alcuni giocatori, come Olzer, sono rimasti ai margini per parecchio tempo e ora hanno bisogno di essere recuperati: “È fermo da un po’, ma ha caratteristiche importanti e dobbiamo riportarlo dentro il prima possibile.” Su Caligara e Brandes, invece, il tecnico ribadisce fiducia: “Su Fabrizio mi sono già espresso: spero di rivedere quello di Ascoli. Ma il calcio è un gioco di squadra, può capitare che alcuni restino fuori. Detto questo, li vedo bene entrambi.”

A far rumore, però, non è soltanto la formazione. C’è qualcosa di più profondo che attraversa la squadra, un sentimento che Gorgone non prova a nascondere: la paura. Ma per lui, temere qualcosa in una situazione complicata non è un segnale di debolezza. “Se avvertiamo paura vista la classifica? Sì, sarebbe grave il contrario,” dice con sincerità. “Ma questo non deve limitarci. Se sono venuto io qui, è perché penso ci sia tempo e modo per fare bene e poi giocarci qualcosa di importante.”

E quando parla di Pescara, Gorgone sembra evocare un’identità, una storia collettiva: “Qui c’è gente di coraggio, estrosa. Qui non c’è spazio per persone che vogliono deprimersi. Qui si è visto calcio serio. Dobbiamo raschiare il barile con gli atteggiamenti giusti per mettere in pratica tante belle parole.”

La sfida al Bari non arriva dunque nel miglior momento, ma questo non impedisce al tecnico di guardare dritto al bersaglio. “Domani dobbiamo fare punti. Non guardo più alle prestazioni: serve concretezza.”
Un Bari che, nelle sue parole, è ricco di qualità: “Castrovilli ha numeri importanti, e davanti hanno tante alternative. Dorval ha molte richieste perché è molto forte. Anche loro, però, hanno avuto problemi, qualche tensione c’è.”

Sul tema delle polemiche nate attorno alle dichiarazioni di Vivarini, Gorgone si sfila con eleganza: “Ho grande stima di Vincenzo e conosco il suo staff, ma non è una questione che mi riguarda. Perché dovrei parlarne io?”

C’è poi un aspetto insolito che accompagnerà la partita di domani: l’assenza totale del pubblico. Né i tifosi biancazzurri, né quelli del Bari. Un silenzio che sa di déjà vu e che il tecnico definisce senza mezzi termini: “Giocare senza pubblico è brutto, mi ricorda il periodo del Covid. È come fosse una partita sul prato a Pasquetta.”

In questo scenario sospeso, il Pescara cerca una scintilla. Gorgone lo sa: non basterà una buona idea tattica, servirà un’anima. E quella, in una città come Pescara, non è mai mancata.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 07 dicembre 2025 alle 14:43
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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