La situazione del Pescara è estremamente delicata, e i numeri non lasciano spazio a interpretazioni morbide: metà delle gare disputate sono sfociate in sconfitte e la retroguardia ha già incassato 29 reti, un dato che fotografa con precisione la fragilità strutturale dell’attuale assetto di squadra. Eppure, nonostante le crepe evidenti, il quadro non è ancora irreversibile.

Il campionato, infatti, offre ancora margini di recupero. In un contesto così equilibrato, basta una serie di risultati positivi per rimettersi in carreggiata e riaccendere una corsa che sembrava ormai spenta. Il Pescara non ha perso soltanto punti: ha smarrito fiducia, intensità, lucidità. Ed è proprio da questi aspetti che deve ripartire.

Una crisi profonda, ma non definitiva

La deriva attuale non è frutto di un solo problema: si intrecciano limiti difensivi, difficoltà nella gestione delle fasi di gioco e una preoccupante discontinuità emotiva. La squadra fatica a reggere l’urto nei momenti critici e, una volta subita la rete, il crollo psicologico diventa quasi immediato.

Eppure, osservando l’organico, il Pescara ha qualità sufficienti per navigare lontano dalle zone basse della classifica. Servono però due elementi essenziali: stabilità tattica, evitando continui cambi di assetto; continuità nei risultati, anche minima, per spezzare l’inerzia negativa.

Un “filotto” di vittorie, persino tre successi consecutivi, potrebbe cambiare completamente la percezione della squadra e restituire fiducia a un ambiente oggi provato.

Difesa da blindare: il vero nodo della stagione

I 29 gol subiti rappresentano il centro nevralgico della crisi. Gli avversari arrivano troppo facilmente al tiro e la squadra spesso si allunga, lasciando buchi che diventano falle difficili da coprire. Per invertire la rotta, la priorità assoluta è una maggior compattezza collettiva, con reparti corti e sincronizzati.

Ridurre le reti incassate non significa soltanto migliorare la fase difensiva, ma anche dare serenità a un reparto offensivo costretto oggi a segnare troppo per provare a rimanere in partita.

Cosa può realmente riaccendere il Pescara

Per tornare competitivo, il Pescara deve puntare su tre direttrici fondamentali:

1. Ritrovare l’identità

Serve un piano di gioco riconoscibile, che garantisca riferimenti chiari alla squadra. L’alternanza continua genera confusione e compromette la sicurezza nei duelli.

2. Alzare il ritmo mentale

La componente psicologica pesa quanto quella tecnica. Una vittoria può scatenare un effetto domino di entusiasmo e coraggio.

3. Ottimizzare le risorse

Il Pescara dispone di individualità che, se utilizzate nel giusto contesto, possono fare la differenza nelle partite chiave.

La classifica si può ancora riscrivere

Il margine per recuperare posizioni esiste eccome. In campionati così imprevedibili, non è insolito vedere squadre in difficoltà risalire con forza dopo aver ritrovato stabilità. Ciò che oggi appare come un baratro potrebbe trasformarsi, domani, in una piattaforma di rilancio.

Il Pescara ha il dovere – e la possibilità – di credere nella rimonta. Ma il tempo per intervenire non è infinito: il cambio di passo deve essere immediato.

Sezione: News / Data: Mar 02 dicembre 2025 alle 11:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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