La sensazione che circola da settimane trova purtroppo conferma nei numeri: per il Pescara risalire la classifica sta diventando un’impresa sempre più ardua. Mettersi alle spalle tre squadre per accedere ai playout — o addirittura cinque per puntare alla salvezza diretta — al momento appare quasi un miraggio. Le chance aritmetiche esistono, ma ciò che manca è il segnale più importante: la capacità di vincere gli appuntamenti decisivi.

Il problema non è circoscritto alle trasferte, anzi. Anche lo stadio Adriatico, che dovrebbe rappresentare il fortino della rinascita, non sta offrendo il supporto necessario. Dei 9 punti totali conquistati finora, ben 7 sono arrivati in casa, ma il dato va letto nella sua interezza: il Pescara ha disputato due partite in più rispetto a quelle fuori casa e ha comunque perso tre incontri interni, compreso l’ultimo e pesantissimo ko con il Padova.

Un match che valeva doppio, uno di quelli che incidono sul morale e sulla classifica. Con una vittoria, i biancazzurri si sarebbero avvicinati ai veneti a sole due lunghezze, riaprendo discorsi importanti per la parte bassa della graduatoria. Invece, la sconfitta ha ampliato il divario a otto punti, un abisso che fotografano perfettamente l’attuale distanza competitiva tra le due matricole.

Ma il dato più inquietante non è solo aritmetico: è soprattutto psicologico. Questo Pescara non sa vincere gli scontri diretti, e in un campionato che vive di confronti ravvicinati con le rivali, questa è una condanna. A ogni gara che vale doppio, la squadra crolla nei momenti chiave, subisce, si schiaccia, si disunisce. E finisce sempre per regalare qualcosa, un gol, un episodio, un blackout che compromette tutto.

Questa fragilità mentale pesa come un macigno sulla corsa salvezza. Non basta giocare discreti spezzoni o creare occasioni: serve la capacità di colpire, di essere cinici, di trasformare la tensione in cattiveria agonistica. Serve un’identità solida, la stessa che ancora fatica a emergere, nonostante il cambio in panchina e le settimane di lavoro.

La stagione è ancora lunga, ma il tempo per correggere la rotta si assottiglia. E senza un cambio radicale negli scontri diretti, nessuna rimonta potrà prendere forma. Perché è lì, nei duelli con le rivali, che si costruisce la salvezza. E finora, il Pescara questi duelli li ha quasi sempre persi.

Sezione: News / Data: Lun 01 dicembre 2025 alle 11:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print