Affronterà se stesso. La sua capacità di resistere, la sua voglia di sopravvivere, il suo coraggio di essere squadra anche quando la squadra, per colpa del destino, non c’è più.

Mentre la città si sveglia con il bollettino di guerra  sei uomini giù, tra titolari e jolly, Fabio Vivarini ha già scelto la sua strada: non quella delle scuse, ma quella dei fatti. E i fatti dicono che, nonostante tutto, a Chiavari scenderà in campo un’idea. Quella di un calcio che non muore con l’infortunio di un uomo, anche se quell’uomo si chiama Olzer o Pellacani.

L’ENTELLA, LO SPECCHIO DELLE PAURE
L’avversario di turno è perfetto, quasi cinico. L’Entella è tutto ciò che il Pescara, in questo momento, non è: solida, organizzata, abituata a giocare su un campo stretto e a vincere le partite con l’astuzia più che con il talento. Sono specialisti delle palle inattive, sacerdoti del sintetico, maestri nello sfruttare le debolezze altrui. E le debolezze, domani, il Pescara le avrà tutte in bella vista.

Ma è proprio qui che Vivarini può ribaltare tutto. Perché in una partita così, fatta di spazi ridotti e di secondi palloni, non serve il genio. Serve il cuore. Serve la voglia di lottare più dell’avversario.

LA SQUADRA DELL’ORGOGLIO
Dimenticate i nomi. Domani non conteranno. Conteranno solo le divise, il sudore, la voglia di portare a casa un risultato che, nelle condizioni normali, sarebbe un punto qualunque, ma che in questa notte di mezzestagione può diventare un’icona.

Sono le partite come queste che segnano un gruppo. Che ti dicono se hai di fronte una squadra di professionisti o un gruppo di uomini. Vivarini, da buon allenatore, sa che domani può perdere in classifica, ma non può perdere in orgoglio.

LA NOTTE DEI DIMENTICATI
E allora, mentre Chiavari prepara la trappola, il Pescara prepara la sorpresa. Quella di vedere un Sgarbi che si butta, un Caligara che comanda, un Berardi che stupisce. Perché quando la squadra è ferita, è il momento di chi non ha mai avuto luce. Di chi aspetta solo una chance per dire: “Ci sono anche io”.

Domani, sotto le luci del sintetico di Chiavari, non andrà in scena il calcio dei sogni. Andrà in scena il calcio della realtà. Quella che fa male, ma che costruisce i caratteri. Quella che, forse, può regalare al Pescara qualcosa di più di un punto: un’anima.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 24 ottobre 2025 alle 15:16
Autore: Antonio Iannucci
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