Il nuovo tecnico del Pescara, Gorgone, ha scelto invece la via più insolita e forse più coraggiosa: quella del silenzio.

Da quando è arrivato sulla panchina biancazzurra non ha rilasciato interviste, non ha partecipato a conferenze stampa, non ha mandato messaggi alla tifoseria.Una decisione singolare, soprattutto in una piazza che vive di passione, umore e  sì  anche di dichiarazioni.E allora la domanda sorge spontanea:

 È una scelta di personalità o un segnale di incertezza?

 Un silenzio che divide

C’è chi lo apprezza:

“Prima i fatti, poi le parole.”

C’è chi invece lo interpreta come distanza, diffidenza, persino timore.

Perché Pescara non è una piazza come le altre: qui la gente vuole sentire voce, progetto, intenzione.

Il silenzio, nel calcio, non è mai neutro.

È un messaggio, anche quando non lo si vuole inviare.

 Panchina pesante, contesto difficile

Gorgone eredita una squadra fragile:

classifica complicata,ambiente deluso,identità smarrita,

e un cambio tecnico arrivato non per scelta, ma per necessità.

Entrare in punta di piedi può essere una strategia: prima comprendere, poi intervenire.

Ma il tempo, purtroppo, non è un alleato in questo momento.

 Strategia o protezione?

La sensazione è che Gorgone voglia proteggere la squadra.

Evita titoli, pressioni, interpretazioni.

Vuole lavorare nel silenzio del campo, lontano dai microfoni e dalle interpretazioni esterne.

Una filosofia che ricorda certi tecnici:

pochi sorrisi, poche parole, molte sedute video e lavoro muscolare.

 Ma a Pescara, prima o poi, bisognerà parlare.

E non per cortesia.

Ma perché la città  questa città   pretende connessione umana.

Puoi sbagliare modulo, puoi cambiare interpreti, puoi perdere una partita.

Ma non puoi evitare il confronto, il racconto, il coinvolgimento.

A volte bastano due frasi per creare un ponte:

 Ci credo.

 Saremo squadra.

 Daremo tutto.

Perché il tifo non chiede promesse:

chiede appartenenza.

 Ora la parola al campo

Il silenzio di Gorgone è una scelta.Rispetta chi parla poco e lavora molto.

Ma ora, inevitabilmente, arriva la parte difficile:il campo dovrà parlare per lui.

E lì non ci sono conferenze, strategia o protezione.

Solo verità.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 novembre 2025 alle 17:45
Autore: Antonio Iannucci
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