Gli ottimisti sono soliti guardare sempre alla parte piena del bicchiere, gli scettici e i pessimisti invece preferiscono concentrarsi sulla metà vuota. Un approccio simile si può avere verso il sofferto punticino strappato al Bari dell'ex Vivarini: come giudicarlo? Bene ha fatto mister Gorgone, pur deluso per una vittoria sfuggita soprattutto per l'ingenuità pazzesca di Olzer, che al termine della gara ci ha tenuto a sottolineare la reazione caratteriale della sua squadra che, pur costretta ad abbassarsi dopo essere rimasta in inferiorità numerica, ha stretto i denti per tornare almeno con qualcosa da questa delicata trasferta. Il Pescara è apparso più coraggioso e propositivo, quando in campo era in 11, ma anche nella ripresa si è compattata per non soccombere, oltre le parate salvifiche di Desplanches. Il pareggio del Bari è arrivato solo in zona Cesarini, ma vista la situazione può essere salutato come una iniezione di fiducia e di autostima. Per la classifica no, purtroppo non rappresenta assolutamente nulla: ultimo era il Pescara e ultimo è rimasto, anzi ultimissimo perchè lo Spezia (che personalmente non consideriamo diretto concorrente per la salvezza) ha vinto ad Empoli e si è staccato ulteriormente. Sono ben cinque, le lunghezze dalla zona salvezza, certamente recuperabili però a patto di iniziare a vincere almeno un paio di gare prima della fine del girone di andata. Altrimenti inutile illudere la gente, anche se Gorgone ha promesso che il Pescara non mollerà e lotterà anche oltre la spietata logica della classifica. "Non siamo morti", ha sottolineato e a Bari si è vista effettivamente una squadra molto meno rassegnata al gap tecnico di quella sotto la gestione Vivarini. Ne ha approfittato anche l'irrefrenabile presidente Sebastiani, per mettere in ridicolo il gioco dell'allenatore da lui stesso fortemente voluto e paragonato a Van Gaal ad ottobre, dopo l'unico successo raccattato finora dai biancazzurri. Sic transit gloria mundi, ora Vivarini è il parafulmine di tutte le disgrazie e a fine campionato siamo certi che il patron attribuirà a lui l'eventuale retrocessione, con una già nota tecnica di distrazione di massa, tentando inutilmente di obliare il disastroso mercato estivo. Ma allora come valutare il pareggio di Bari: una vittoria mancata o un possibile...punto di svolta? Se dobbiamo esprimere un parere personale, si tratta di una occasione sciupata, così come il ko interno contro un Padova rabberciato e reduce da una serie di sconfitte. A Bari c'erano tutte le condizioni per fare bottino pieno: stadio vuoto, per la profonda contestazione dei tifosi pugliesi verso la società, padroni di casa in tranche e ancora in rodaggio coi nuovi schemi di Vivarini. Infatti il Pescara ne ha approfittato subito, passando in vantaggio e poi gestendo comodamente la gara, almeno fino alla stupidaggine di Olzer. In undici, da quello che si era visto, non sarebbe stato troppo complicato controllare uno spaurito Bari, colpendolo ancora come hanno provato a fare. Anche in dieci sui piedi di Tonin è capitata l'opportunità del ko, ma nella ripresa Faraoni non ha più avuto copertura sulla sua fascia ed è venuto fuori l'indubbio maggiore tasso tecnico dei padroni di casa. Quindi, secondo noi, è un punto che sa di brodino sciapo e che potrebbe alimentare parecchi rimpianti. Purtroppo, anche quando sembra poter dire la sua, il Pescara inevitabilmente commette errori dovuti a inesperienza e non eccelso spessore di gran parte della rosa. Errori che paga sempre carissimi e in B questo è grave. Già a Palermo, prime del tornado dei 5 gol, il Pescara per 20 minuti più volte poteva dare un'inerzia differente al match. Poi zac, al primo errore ecco che torna una buona squadra, ma di serie C. Lo stesso dicasi a Mantova, Modena e con la Sampdoria, per non ripetersi citando l'harakiri interno col Padova. Punti preziosi lasciati per strada, ma raggiungibili se l'intelaiatura e l'esperienza del gruppo fossero state diverse. Un esempio simile è il Sudtirol di Castori, che di certo non strappa applausi per il gioco, ma sbaglia poco ed è concreto quanto basta per restare a galla. Il Pescara no, deve fare gli straordinari per vincere e non basta un gol, perchè prima o poi la tafazzata arriva e si consegna agli avversari. In sintesi, la situazione è drammatica ma non completamente compromessa, ma consolarsi col punticino di Bari e dargli più importanza di quello che ha sarebbe un errore e una sterile consolazione.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 09:48 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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