Ma qui, i bilanci sono come il vento: cambiano direzione ogni settimana.

C’è una squadra, il Modena, che ha deciso di scrivere la sua storia. Non con i fuochi d’artificio, ma con il cemento. Con una difesa che chiude le porte e un attacco che segna il necessario. Sono lì, in vetta, con 21 punti come un promemoria per tutti: il calcio è anche fatica, ordine, pazienza. Sono i primi, e nessuno se l’aspettava.

Poi ci sono loro, le “regine” cadute in provincia. Monza e Cesena sono lì, a 17 punti, che mordono la coda. Hanno nomi più blasonati, attese più alte. Sanno che una sola vittoria può riaccorciare la distanza. E sanno anche che un altro passo falso potrebbe farli scomparire nel groviglio che viene dopo.

Perché è lì, tra il quinto e il quindicesimo posto, che il campionato vive e respira. È una giungla. Il Frosinone che avanza, la Carrarese che sorprende, la Venezia che cerca di riconquistare un posto al sole. È una lotta corpo a corpo, fatta di sudore, goal all’ultimo minuto e falli tattici. Qui non si gioca per la gloria, si gioca per sopravvivere un’altra domenica.

E poi c’è il fondo. Lì dove l’acqua è più fredda. Il Pescara è lì, con i suoi 7 punti e un cuore che ancora batte forte. Non è solo. Accanto, ci sono giganti dai piedi d’argilla come la Sampdoria e lo Spezia. Squadre che dovrebbero essere in alto, e invece sono intrappolate in una lotta che non si aspettavano. Hanno i nomi, gli stadi, i tifosi. Ma in Serie B, a volte, non basta.

Perché la Serie B non è un campionato, è una leggenda. È il posto dove il Catanzaro dell’anno scorso oggi arranca, e l’Avellino può vincere e perdere con la stessa faccia. Dove il Modena sogna e la Sampdoria trema.

Dove tutto può succedere, e infatti succede.
Fino all’ultimo minuto.
Fino all’ultimo respiro.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 27 ottobre 2025 alle 12:34
Autore: Antonio Iannucci
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