Finché guardi solo il risultato, quel 3-3 al “Ceravolo” potrebbe sembrare un punto pesante, uno di quelli che danno respiro.
Ma se guardi la partita, la sensazione è diversa: è un pareggio pieno di rimpianti, l’ennesima occasione in cui il Pescara ha mostrato potenziale… ma solo a metà.

Il primo Pescara di Gorgone: più testa o più paura?

Era la sua prima ufficiale da allenatore del Delfino.
Niente proclami, niente interviste, niente frasi fatte.

Solo campo.

E il campo ha detto una cosa precisa:
il Pescara sta cercando di ritrovarsi.

Non c’è stato un gioco spettacolare, non c’è stata una rivoluzione tattica.
Ma c’è stata una squadra che per la prima volta dopo settimane non è crollata.

Non è abbastanza per parlare di svolta.
Ma è un inizio.

Le tre reti: più reazione che costruzione

I gol del Pescara non sono stati il frutto di un sistema perfetto, ma di:agonismo,istantività,giocate individuali

E in questo, ancora una volta, il nome che emerge è uno solo:

Di Nardo.
Un ragazzo che non si nasconde mai, che corre anche quando le gambe non gliela raccontano giusta e che ha tirato fuori ancora una volta il meglio nei momenti peggiori.

Corazza

Una doppietta da attaccante vero: opportunismo, freddezza, istinto. Due reti che non capitano, si costruiscono. Due reti che pesano, perché arrivano nel momento in cui la squadra sembrava sgonfiarsi. Corazza è stato il riferimento offensivo che mancava da settimane.

La difesa: l’eterno problema.Tre gol segnati, tre subiti.E se in attacco qualcosa si accende, dietro resta il solito film:marcature molli linee non allineate poca comunicazione leggerezza mentale

Il Pescara continua a subire gol troppo semplici, e in Serie B  o in qualunque campionato  questo ha un prezzo.E lo paghi.

Sempre.

Mentalità: soffrire senza crollare.C’è però un dato che non si può ignorare: il Pescara è andato sotto e non si è sciolto.

Non era scontato.Non per una squadra reduce da settimane di silenzi, critiche, incertezza e cambi in corsa.E questo, forse, è il primo segnale del “metodo Gorgone”:meno parole, più resistenza mentale.Ora: cosa rimane?

Rimane una classifica che fa ancora male.Rimane una squadra che deve migliorare tanto.Rimane un pareggio che non cambia tutto…
ma evita che tutto crolli.

E rimane soprattutto una domanda:È solo un episodio… o l’inizio di qualcosa?

Lo scopriremo presto.

Perché in questo campionato, una cosa è certa:al Pescara non basta sopravvivere: deve tornare a essere il Pescara.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 24 novembre 2025 alle 17:27
Autore: Antonio Iannucci
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