Basta guardare i risultati, metterli in fila e leggere cosa raccontano.

E quelli di questa giornata di Serie B, purtroppo, parlano chiaro e fanno male.

Il Pescara ha preso tre gol dalla Sampdoria, che a sua volta ieri ne ha incassati tre dal Venezia.

Ha subito cinque reti dal Palermo, che appena una settimana dopo è andato a perdere a Castellammare di Stabia allungando la serie di sconfitte.

E mentre i biancazzurri continuano a cercare una fisionomia, oggi affronta  il Monza che è secondo in classifica e dimostra che quando c’è programmazione, i risultati arrivano.

E allora viene spontanea una domanda: se chi ti ha umiliato crolla a sua volta, cosa resta di te?

Resta la fotografia di una squadra fragile, che non riesce a reagire e che, soprattutto, non dà la sensazione di sapere dove vuole andare.

I numeri non mentono: tre gol presi da chi nelle ultime cinque partite ha collezionato solo due punti. Cinque da chi la settimana dopo cade con una prestazione assai mediocre.

Non è solo una questione di episodi: è un segnale preoccupante, che racconta di una squadra senza continuità, senza ritmo e senza orgoglio.

Nel frattempo la classifica prende forma, le altre corrono e il Pescara resta impantanato in una mediocrità che non appartiene alla sua storia.

Non è solo un problema di punti: è una questione di mentalità, di convinzione, di identità.

Il Pescara di una volta quello che faceva divertire anche quando perdeva oggi sembra un ricordo lontano.

Una squadra che cammina, mentre le altre volano.

Eppure, proprio guardando i risultati di ieri, si capisce che in questa Serie B tutto è possibile: chi oggi vince, domani cade.

Ma per restare in piedi serve una base solida, un progetto vero, e soprattutto la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta.

Molte squadre fin ora hanno avuto il loro momento di crisi, e tutte hanno mostrato una reazione.

Il Pescara, invece, continua a oscillare tra buone intenzioni e cattive abitudini.

I tifosi non chiedono miracoli, chiedono una squadra che lotti, che corra, che onori la maglia.

Perché se è vero che il calcio è fatto di cicli, questo per come sta andando somiglia terribilmente a un giro a vuoto.

I risultati degli altri non servono a giustificare nulla: servono solo a ricordarci quanto il Pescara, oggi, sia lontano da sé stesso.

E finché non tornerà a riconoscersi nello specchio, anche le sconfitte altrui non consoleranno nessuno.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 novembre 2025 alle 10:03
Autore: Antonio Iannucci
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