Dopo la bruciante sconfitta subita al “Barbera”, il Pescara ha voltato pagina. Il 5-0 contro il Palermo ha inevitabilmente lasciato il segno, ma a un’analisi più attenta, la disfatta sembra più figlia di una giornata storta che di problemi strutturali o di condizione atletica.

La squadra di Vincenzo Vivarini, dopo un buon approccio iniziale, ha progressivamente ceduto campo fino a scomparire nella ripresa, vittima di un blackout collettivo più mentale che fisico.

Un calo improvviso e inspiegabile, soprattutto alla luce dei dati stagionali, che dimostrano come il Pescara riesca spesso a reagire nei finali di gara, segno di una tenuta atletica comunque buona.

Un Palermo motivato e un contesto “speciale”

Non va dimenticato che i biancazzurri hanno affrontato una corazzata in pieno riscatto, chiamata a vincere per celebrare al meglio i 125 anni di storia e lasciarsi alle spalle un periodo complicato.

Il Palermo ha giocato con un’intensità e una determinazione fuori dal comune, spinto da uno stadio gremito e da un’atmosfera celebrativa che ha trasformato il match in una vera e propria festa rosanero.

In questo contesto, il Pescara ha subito la forza dell’avversario e la pressione ambientale, perdendo progressivamente fiducia e lucidità.

Brosco e compagni, tra blackout e consapevolezza

Il capitano Riccardo Brosco e il resto del gruppo hanno cercato di mantenere la compattezza dopo un inizio incoraggiante, ma il crollo dei primi minuti della ripresa ha spezzato l’equilibrio.
La squadra, pur compatta nel primo tempo, ha poi faticato a reagire, lasciando troppo spazio a un avversario in piena trance agonistica.

Il blackout di inizio secondo tempo ha inciso più di ogni altro fattore. Una distrazione collettiva che ha aperto la strada al dilagare dei siciliani.

Tuttavia, la reazione caratteriale del gruppo nei giorni successivi e l’intensità mostrata in allenamento testimoniano che la fiducia nello spogliatoio non è venuta meno.

Analisi: più un incidente che un campanello d’allarme

Nel calcio, le sconfitte pesanti possono capitare, soprattutto contro squadre costruite per lottare ai vertici come il Palermo.
Per il Pescara, quella del “Barbera” va letta come una lezione di maturità e non come un segnale di crisi: i margini di miglioramento ci sono, così come la determinazione per rialzarsi.

La squadra di Vivarini dovrà ora trasformare la rabbia in energia positiva, ritrovando compattezza e concentrazione già dalla prossima sfida contro il Monza, fondamentale per riallinearsi in classifica.

Sezione: News / Data: Mer 05 novembre 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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