Una partita di due facce, forse di tre. Il Pescara rischia di uscire travolto, poi si rialza e addirittura sfiora la vittoria nei minuti di fuoco. Finisce 2-2 con la Carrarese in un Adriatico che prima trema, poi esulta, poi trattiene il fiato. Un pareggio che, alla lunga, potrebbe pesare come una vittoria, ma che lascia in bocca il sapore amaro di un successo sfiorato all’ultimo respiro.Ma c'è un giocatore che ogni volta che tocca il campo sembra l’unico in grado di accendere una partita, di cambiare le sorti di una serata. Eppure, continua a essere una risorsa, non una certezza. Un lusso da panchina, quando soprattutto senza Olzer potrebbe essere il faro dell’attacco.

La domanda che ogni tifoso si fa è semplice: perché Meazzi non gioca da titolare? Perché un giocatore che ha la capacità di rendere imprevedibile e pericolosa la manovra offensiva viene utilizzato solo come jolly nel finale? In una squadra che fatica a segnare e a creare, vederlo in panchina mentre si brancola nel buio è un controsenso tattico che Vivarini deve spiegare, e soprattutto risolvere.

I DEBUTTANTI: TRA FISICI DA RODARE E QUALITÀ PURA
Dalla parte dei nuovi arrivi, intanto, qualcosa si è mosso. Vinciguerra è entrato per l’infortunio di Merola, ma è evidente che il suo fisico non è ancora pronto per la durezza della Serie B. Servirà pazienza.

Okwonkwo, invece, ha mostrato lampi di ciò che potrebbe essere: fisico imponente, corsa e un’ottima assist per il gol di Di Nardo. È ancora acerbo, sì, ma ha caratteristiche che nessun altro in squadra possiede. Può tornare utilissimo.

E poi, finalmente, l’esordio di Luca Caligara. Pochi minuti, ma sufficienti per intravedere la qualità pura, la visione di gioco, la capacità di dettare i tempi che al Pescara mancano da tempo. È il regista che questa squadra aspetta. Quello che può fare la differenza tra un centrocampo piatto e una regia creativa.

LA SFIDA DI VIVARINI: OSARE O AFFONDARE
Vivarini si trova davanti a un bivio. Può continuare a inseguire un’identità che senza Olzer non trova forma, o può osare. Può costruire il centrocampo attorno a Caligara, può dare fiducia a Okwonkwo per sfruttare la sua unicità in attesa del rientro di Tsadjout, e soprattutto può trovare un posto nell' undici per Meazzi.

Il pareggio con la Carrarese ha mostrato due cose: la fragilità di una squadra che si fa trovare impreparata, e la reazione di un gruppo che  quando stimolato  sa rialzarsi. Ma non si può vivere solo di reazione. Servono scelte coraggiose.

Il Pescara ha in panchina  e in squadra  alcune delle sue armi migliori. È ora di iniziare a usarle. Perché in un campionato lungo e difficile come la Serie B, il talento fa la differenza. E il talento, a Pescara, sta chiedendo solo di poter giocare.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 18 ottobre 2025 alle 17:20
Autore: Antonio Iannucci
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