Giacomo Dicara è intervenuto durante la trasmissione VoxPopuli su TeleAbruzzi: "Io avrei intitolato lo stadio a Galeone il giorno dopo. E' anche uscita fuori una notizia che la sua volontà è quella di farsi cremare e far gettare le sue ceneri nel mare Adriatico. Ho avuto per lui sempre una profonda riconoscenza. Lui è stata la persona che mi ha fatto realizzare il sogno che avevo da bambino. Ho iniziato a 15 anni, quando lui è arrivato mi ha fatto giocare, è stata una grandissima emozione. Mi ha preso sotto le sue ali, mi ha trattato come un padre, che protegge ma mi ha anche bastonato nel momento in cui andavo fuori dai binari. L'ho sempre ringraziato per questo. Mi inchinavo a lui quando ci incontravamo, poi lo abbracciavo, volevo ricambiare il suo amore".

Il calcio di Galeone non si è più visto: "Non lo pratica più nessuno. L'unico che un po' si avvicina a quel tipo di calcio è quello di Gasperini. Galeone voleva arrivare dall'altra parte del campo in 3-4 passaggi, si giocava a memoria. Al primo passaggio orizzontale, se ce ne fosse stato un altro veniva giù il mondo, lui li odiava".  

Come giudichi la difesa del Pescara che prende troppi gol: "E' una squadra piuttosto giovane. Tanti sono alla prima esperienza in un campionato che è difficile, un campionato che stanno vivendo in maniera altalenante. Il giovane ha bisogno di sbagliare ma anche di correggere l'errore il più velocemente possibile". 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 05 novembre 2025 alle 09:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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