Le parole di mister Vivarini in conferenza stampa, all'apparenza ambiziose e motivanti, sono invece andate di traverso a molti tifosi. La chiosa finale: "spero in una prestazione gagliarda per poi riprendere il nostro cammino" è apparsa come una rassegnata accettazione di un gap incolmabile, accontentandosi comunque di riscattare la pessima figura di Palermo. Guardando la classifica, fattasi ancora più drammatica dopo la vittoria del Mantova sul Padova, sarebbe stato preferibile forse un proclama alla Zeman o alla Baldini, tipo "non passeranno, domani tocca a noi vincere", ma non è proprio nelle corde di questo tecnico volare troppo alto. Possiamo comprenderlo, prima di Palermo invitava a resistere i primi 15 minuti e così è stato, peccato che poi nei restanti 75 la squadra è lentamente sparita dal campo. Vivarini si è reso conto presto che questo organico in gran parte non è all'altezza della B, soprattutto i cambi in panchina, ma è troppo signore per rinfacciarlo al presidente Sebastiani, che invece alla vigilia non si è trattenuto dal picconarlo a ripetizione. "Anche io voglio il bene del Pescara e non mi piace perdere così", si è limitato a replicare ai cronisti che lo incalzavano sulle critiche che, neanche troppo velatamente, gli erano state indirizzate. Col Monza, reduce da cinque vittorie di seguito, sarà durissima ovviamente, però non ci si può limitare a parare i colpi e a chiudersi in trincea: se si deve perdere i tifosi pretendono lo si faccia mettendo l'anima, non per un quarto d'ora, ma fino al gong, arrivando stremati. Di fronte il Pescara si troverà l'ex Caprari, due volte promosso in A in maglia biancazzurra, segnando gol decisivi, ma anche Delli Carri, figlio dell'ex direttore sportivo, cresciuto proprio all'Adriatico. Ora in Brianza coltivano ben altre ambizioni rispetto a Brosco e compagni, ma non ci si potrà permettere il lusso di intenerirsi. Il recupero di Oliveri, pur senza test nelle gambe dopo il lungo stop, può dare maggiore fiducia e competitività, ma il vero antidoto contro queste corazzate è giocare di squadra, facendo leva sui propri punti di forza, ma anche provando quello che finora non è stato nelle corde. Ad esempio un pressing alto prolungato e il coraggio nel tiro da fuori area. Il Pescara deve osare, a costo di sbagliare. Secondo il nostro modesto parere in tal senso sarebbe stato più adeguato Brandes, ma le dichiarazioni di Vivarini fanno pensare che sarà schierato solo in corso d'opera e che si darà nuovamente fiducia a Squizzato, finora impalpabile. Anzi, irritante. Dovrà trasformarsi anche lui in un guerriero, evitando gli stucchevoli passaggi a ritroso. Tutti i suoi compagni dovranno affrontare il Monza con una "garra" da ultima spiaggia, come fosse uno spareggio salvezza...chissà che da lassù il Profeta Giovanni Galeone, che seppe vincere un campionato partendo con 14 ragazzini su un campetto in sabbia, non riesca ad infondere un pò del suo coraggio a Vivarini e alla squadra che ha amato fino alla fine. 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 08 novembre 2025 alle 19:25 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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