Certe storie nel calcio sembrano scritte per ricordarci che la fortuna, a volte, ritorna quando meno te l’aspetti. La parabola di Di Nardo è una di quelle che meritano di essere raccontate con calma, perché dentro c’è tutto: caduta, riscatto, sacrificio e un pizzico di magia. In poco più di due anni è passato dalla retrocessione in Eccellenza con la Vastese a diventare il volto nuovo della speranza del Pescara, uno che riesce a tenere in piedi una squadra che troppo spesso vacilla ma che con lui sembra trasformarsi.

È quasi un paradosso che un ragazzo così silenzioso e concreto sia diventato, senza proclami, il simbolo di una rinascita collettiva. Ma i numeri parlano più forte delle parole: 1.109 minuti, 15 presenze, 5 gol e 2 assist. Basterebbero già questi dati per definire l’impatto di un attaccante che, da solo, ha messo lo zampino in 8 dei 10 punti che il Pescara è riuscito a mettere via finora. Una cifra che, nel contesto di una squadra che lotta in apnea per rimanere aggrappata alla Serie B, assume proporzioni enormi.

Ciò che colpisce non è solo l’efficacia, ma la puntualità con cui Di Nardo cambia il destino delle partite. Ogni volta che va in gol o serve un compagno, il Pescara non perde mai. È successo con il Venezia, quando ha illuminato la gara con un gol e un assist; con l’Empoli, dove il suo passaggio vincente ha ribaltato gli equilibri; ancora contro Carrarese, Entella, Catanzaro e Bari, squadre affrontate in momenti cruciali della stagione. La sua presenza negli episodi decisivi non è più una coincidenza: è diventata una caratteristica identitaria.

In un campionato in cui la zona bassa della classifica è popolata da squadre che faticano a trovare un riferimento offensivo affidabile, Di Nardo spicca come un’eccezione luminosa. Non è solo un finalizzatore: è un lottatore. Porta dentro ogni azione quella fame da riscatto tipica della “classe operaia che va in Paradiso”, definizione che i tifosi hanno cucito addosso a lui con affetto quasi paterno. Perché Di Nardo rappresenta esattamente questo: la dimostrazione che nessuno è condannato a rimanere dove è caduto.

Ed è proprio questa fame che, oggi, indirizza il suo sguardo verso un obiettivo che sembra proibitivo: la gara contro il Frosinone, la capolista lanciata verso la fuga. Una sfida che il Pescara affronta con l’ansia di chi non può permettersi passi falsi e la speranza di chi sa di avere un uomo capace di rovesciare qualsiasi pronostico. L’ambiente biancazzurro, stanco e sfiduciato, aspetta un segnale. E se c’è qualcuno che può regalare una domenica diversa, è proprio lui.

In un calcio dove spesso si bruciano talenti e si esaltano meteore, la storia di Di Nardo è un invito a guardare altrove: verso chi lavora nell’ombra, verso chi costruisce il proprio presente un metro alla volta. Se il Pescara riuscirà a salvarsi, è quasi certo che nel racconto finale il suo nome sarà scritto in grassetto. E comunque vada, la sua ascesa resta una delle pagine più poetiche e inattese di questa Serie B.

Sezione: News / Data: Ven 12 dicembre 2025 alle 11:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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