Nel calcio di Vincenzo Vivarini, l’avvio di stagione è sempre stato un momento di assestamento.
L’allenatore di Ari, oggi alla guida del Pescara, ha alternato esordi convincenti a partenze difficili nel corso della sua carriera in Serie B.
Con Ascoli, Empoli e Catanzaro aveva trovato subito la giusta rotta, mentre con Latina e Frosinone gli inizi erano stati più complessi.
Oggi, per la terza volta tra i cadetti, si trova nuovamente a gestire un avvio complicato, in una piazza esigente ma consapevole della necessità di tempo per costruire un’identità solida.
Le esperienze passate: luci e ombre
Nel 2016-17, alla guida del Latina, Vivarini aveva incontrato le prime difficoltà, con una squadra giovane e in cerca di equilibrio.
Più tardi, con il Frosinone, non era riuscito a imprimere la sua filosofia di gioco in tempi rapidi, pagando la pressione e le aspettative elevate.
Al contrario, le avventure con Empoli, Ascoli e Catanzaro avevano mostrato il volto migliore del suo calcio: organizzazione, intensità e attenzione alla manovra palla a terra.
Il suo percorso, quindi, racconta di un tecnico capace di costruire nel medio periodo, ma che ha spesso pagato le prime settimane di rodaggio.
L’inizio con il Pescara: fatica prevista, fiducia intatta
Con il Pescara, Vivarini sta vivendo un copione simile.
I cinque punti raccolti in sette giornate non rispecchiano pienamente la qualità del gioco espresso, ma rappresentano comunque una base su cui lavorare.
La sconfitta immeritata di Mantova brucia ancora, così come la ripresa opaca contro la Sampdoria, ma il tecnico resta fiducioso: sapeva che la prima parte di stagione sarebbe stata complessa.
Il gruppo è giovane, la squadra è in costruzione e la priorità è dare stabilità ai reparti, migliorando la gestione delle partite e la continuità di rendimento.
Costruire per crescere
Le difficoltà iniziali non sorprendono chi conosce il metodo Vivarini: un calcio ragionato, che richiede tempo per assimilare automatismi e sincronismi.
Il tecnico sta lavorando per creare una mentalità propositiva e coraggiosa, cercando di rendere il Pescara una squadra capace di imporre il proprio gioco anche contro avversari più esperti.
Nonostante le battute d’arresto, il progetto è chiaro e il margine di miglioramento evidente. L’obiettivo è arrivare alla seconda parte del campionato con una squadra rodata, competitiva e consapevole del proprio valore.
Un Pescara in crescita
Se è vero che i risultati finora non entusiasmano, è altrettanto vero che il Pescara di Vivarini ha mostrato segnali incoraggianti: un buon possesso palla, una fase difensiva più equilibrata e una squadra che non si arrende mai.
Con il rientro di alcuni titolari e l’inserimento graduale dei nuovi acquisti, i biancazzurri potrebbero presto trovare la svolta.
Il tempo, come sempre nel percorso del tecnico abruzzese, sarà il giudice più affidabile.
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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