È tempo di bilanci amari e di decisioni urgenti. La posizione da fanalino di coda in Serie B, dopo l’ultima beffa alla Spezia, non è un incidente di percorso ma il frutto prevedibile di un’estate di mercato giudicata fin da novembre inadeguata e costruita al risparmio, che ha lasciato il tecnico con risorse limitate e una rosa squilibrata. Il bilancio dell’estate: una rosa fragile e troppo temporanea

Le critiche all’operato estivo non sono un’opinione, ma un’analisi supportata dai dati. La società ha affrontato il mercato con una politica di basso investimento, che non ha portato il salto di qualità necessario per la Serie B. Il risultato è una squadra che non solo manca di pezzi di qualità, ma che è anche strutturalmente precaria.

La fotografia è chiara: 8 giocatori arrivati in prestito senza diritto di riscatto già fissato, una scelta che dimostra l’assenza di pianificazione a medio termine. A giugno, infatti, potrebbero andarsene tutti. A questo si aggiungono 7 giocatori di proprietà con contratto in scadenza a giugno 2026, tra cui nomi importanti come Brosco, Letizia e Squizzato, che portano ulteriore instabilità.

Le operazioni in entrata, poi, sono state ritenute insufficienti per competere ad alti livelli in Serie B, con conseguenti difficoltà tecniche e risultati altalenanti fin dall’inizio del campionato.

Questo spiega perché l’avvio di stagione è stato così complicato e perché il cambio in panchina, da Vivarini a Gorgone, da solo non poteva risolvere problemi così profondi. La società deve ora correggere il tiro, sapendo che tempo e risorse sono limitati.

Il mercato di gennaio si presenta come il più importante degli ultimi anni per il Pescara Calcio. Dopo un girone d'andata deludente, con la squadra che lotta per non scivolare nella zona retrocessione, la finestra invernale di trasferimenti rappresenta l'ultima, cruciale occasione per invertire una rotta pericolosa. Per la dirigenza biancazzurra non si tratta solo di acquistare, ma di correggere le scelte estive che hanno portato a una rosa giudicata troppo fragile e precaria.

La strategia: rinforzi mirati e tempismo decisivo

La società ha tracciato una linea d'azione chiara: agire con prontezza nella prima parte della sessione per permettere al nuovo allenatore di integrare i nuovi arrivi sin dalle prossime, decisive giornate. L'obiettivo dichiarato è quello di portare a Pescara almeno quattro o cinque giocatori di spessore, capaci di dare immediatezza al gioco e di alzare il livello qualitativo dell'intero gruppo.

Le priorità tecniche sono state identificate con precisione, partendo dai dati di campo più impietosi: la difesa più perforata del campionato, con 29 reti subite, impone un intervento chirurgico. La squadra necessita di maggiore personalità, equilibrio e freddezza sotto porta.

Le priorità tecniche: una difesa da ripensare e un attacco da potenziare

La dirigenza e lo staff tecnico lavorano su quattro fronti principali, con un chiaro ordine di priorità:Il reparto difensivo
La necessità più urgente riguarda la retroguardia. La ricerca è focalizzata su un difensore centrale di esperienza e affidabilità, un leader in grado di organizzare la linea e portare sicurezza. Parallelamente, si cerca un terzino sinistro di peso che possa essere un'alternativa reale al titolare, migliorando la copertura su quella fascia.

 Il centrocampo Il reparto di centrocampo necessita di un innesto di qualità, un giocatore che porti equilibrio, fisicità e la capacità di dettare i tempi del gioco. Un elemento di rottura e di garantita affidabilità che attualmente manca.

L'attacco L'infortunio di uno dei pochi attaccanti di riferimento ha reso ancora più pressante la ricerca di un centravanti di movimento e prolifico. La squadra ha bisogno di un uomo-gol in grado di finalizzare le azioni e di dare punti di riferimento in area di rigore.

L'approccio: prudenza ma determinazione

Il club si muove con un approccio definito di massima prudenza, consapevole delle risorse economiche limitate e della necessità di non commettere errori in una fase così delicata. Non si cercano colpi di mercato eclatanti, ma interventi mirati, possibilmente su giocatori già rodati nel campionato di Serie B o con un profilo adatto alle sue dinamiche.

L'operato si svilupperà su un doppio binario: da un lato, l'ingaggio di nuovi elementi; dall'altro, la necessaria razionalizzazione della rosa attuale. Per fare spazio e, potenzialmente, generare risorse, alcuni giocatori finora poco utilizzati potrebbero essere messi sul mercato. La sfida più grande per la dirigenza sarà gestire il possibile interesse di club di categorie superiori verso i giovani talenti più promettenti della squadra. La volontà è di proteggere i pilastri del progetto a meno di offerte irrinunciabili, per non privare la squadra dei suoi elementi di maggior qualità nel momento del bisogno.

La posta in gioco: salvezza e fiducia

Il mercato di gennaio non è un semplice aggiornamento di rosa, ma un esame di maturità per l'intera società. I tifosi, dopo un avvio di campionato sotto le attese, chiedono alla proprietà segnali chiari di un progetto credibile. Non si aspettano nomi altisonanti, ma rinforzi concreti, studiati e funzionali alle esigenze emerse in campo.

La speranza di tutta la piazza è che dalla finestra di gennaio esca un Pescara più solido, equilibrato e con le idee chiare. Un gruppo in grado non solo di lottare per la salvezza, ma di recuperare quel senso di identità e competitività che da sempre caratterizza il club abruzzese. La partita contro la Juve Stabia sarà il primo banco di prova, ma il vero esame per la dirigenza si gioca in queste settimane di trattative. La salvezza in Serie B, e la riconquista della fiducia di una città intera, passano da qui.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 dicembre 2025 alle 11:14
Autore: Antonio Iannucci
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