Sarà la sorprendente rappresentativa di Piancastagnaio, il vero bivio per il Pescara. Non ce ne vogliano i simpatici tifosi toscani, la Pianese ha ampiamente meritato di contendere il passaggio del turno ai più quotati (e pagati) biancazzurri, ma come giustamente postano quelli dell’Adriatico se il percorso di Dagasso e compagni si dovesse interrompere mercoledì sera sarebbe un fallimento totale e l’equivalente della Corea del Nord per l’Italia ai mondiali del ’66. Intendiamoci, anche se la Pianese è espressione di un paesino con meno di 4000 residenti ha dimostrato di avere la struttura per poter stare tranquillamente nel calcio professionistico. Anzi, in questo momento in C sono spesso più sostenibili realtà di questo tipo, con minori costi di gestione e pressioni, rispetto a storiche piazze metropolitane, vedi Foggia, Messina, Taranto, Lucca, Ferrara, Trieste o l’indebitato Ascoli. Però oggettivamente, come sottolineano gli stessi tifosi biancazzurri, questo esordio va superato di slancio per poter corroborare le velleitarie ambizioni di B, riemerse con un discreto finale di stagione. Nessuna presunzione, ci mancherebbe, anche perché la Pianese ha già battuto il Pescara in campionato ed ha appena eliminato la sua bestia nera Pineto a domicilio (tanto da scegliere di restare in ritiro in Abruzzo), ma se fatichi in queste sfide qualche perplessità diventa lecita. Certo, si avranno a disposizione due risultati su tre, ma non si deve speculare su questo perché negli anni scorsi ai playoff il Pescara rischiò di rimetterci le penne all’Adriatico in ogni esordio apparentemente facile. Si deve fare la partita e dimostrare che è tornata la convinzione di inizio campionato, quando la squadra si ritrovò sola in testa con un filotto sorprendente e fu addirittura l’unica a battere l’Entella. Silvio Baldini allora era quasi un messia alla Galeone, perché da subito si era mostrato certo di poter puntare alla promozione. Oggi queste certezze non sono più così sostenibili, ma la squadra è in salute e può crescere in autostima. La gara con la Pianese, quindi, non scalda molto gli animi dei tifosi che ironizzano (“grazie Sebastiani perché ci hai regalato questa sfida da Champions”) e probabilmente non affolleranno gli spalti dello stadio come sarebbe lecito attendersi per un esordio playoff. Ovviamente il presidente biancazzurro non può essere responsabile di un accoppiamento non così suggestivo, ma il senso è che l’ambiente fatica ad entusiasmarsi e dopo 4 anni di grigia C avrebbe voglia di misurarsi ad altri livelli. Il tutto però passa, come anticipato, dalla capacità di calarsi in fretta nella realtà e nel saper far valere le indubbie differenze tecniche contro queste squadre che non hanno nulla da perdere. Occorrerà quindi partire bene ed in modo convincente, evitando figuracce come quella che ha tagliato fuori il Benevento, ad esempio. Il recupero di Merola, in questo senso, è essenziale: esperienza ed imprevedibilità sono armi importanti se devi fare la gara. Ma fino a turno superato, in scioltezza preferibilmente, eviteremmo proclami e promesse.
Autore: Andrea Genito
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