I problemi non sono scomparsi. I limiti strutturali restano evidenti e il mercato di gennaio dovrà necessariamente intervenire, in modo rapido e mirato, per colmarli. Ma oggi, finalmente, il Pescara Calcio non è più una squadra alla deriva. È una squadra che respira. E dopo mesi vissuti in apnea, non è affatto poco.
La sensazione, sempre più diffusa, è che l’errore principale sia stato commesso in estate, quando si è deciso di affidare una neopromossa con l’obiettivo salvezza a un allenatore come Vincenzo Vivarini, portatore di un’idea di calcio raffinata ma difficilmente compatibile con un contesto fragile e in costruzione.
Un progetto tecnico poco adatto alla realtà
Il calcio di Vivarini richiede tempo, fiducia, qualità diffuse e una struttura societaria solida alle spalle. Tutti elementi che, nel contesto di una neopromossa chiamata a salvarsi, difficilmente possono convivere. Il risultato è stato un Pescara spesso elegante nelle intenzioni ma vulnerabile nei fatti, incapace di reggere l’urto delle partite sporche e delle situazioni di emergenza.
Non si tratta di giudizi sommari, ma di semplice compatibilità tra idea e contesto. E quella compatibilità, nei primi mesi di stagione, non c’è mai stata davvero.
Con Gorgone cambia la musica
L’arrivo di Giorgio Gorgone ha segnato una rottura netta. Non solo emotiva, ma soprattutto concettuale. Il Pescara oggi è una squadra che gioca in verticale, che accetta il duello, che cerca l’intensità come prima forma di protezione.
Aggressività, ritmo e coraggio sono diventati tratti distintivi. Ma sarebbe sbagliato – e profondamente riduttivo – fermarsi a una lettura esclusivamente motivazionale del cambiamento.
C’è molto più del carattere
Il vero merito di Gorgone sta nell’aver ridisegnato la squadra sul piano tecnico-tattico. Linee più corte, maggiore compattezza, scelte funzionali ai giocatori a disposizione e un’idea chiara di come occupare il campo senza esporsi inutilmente.
Il Pescara ora sa quando accelerare e quando abbassare i giri. Sa difendersi in avanti e non solo in area. Sa accettare partite sporche senza perdere identità. Tutti aspetti che prima mancavano e che oggi rappresentano una base concreta su cui costruire.
Gennaio sarà decisivo, ma ora c’è ossigeno
Nessuno parla di obiettivi raggiunti. La classifica resta corta e la salvezza è ancora tutta da conquistare. Ma la differenza rispetto a qualche settimana fa è sostanziale: oggi il Pescara non sembra più una squadra rassegnata.
La boccata d’ossigeno conquistata è meritata, perché arriva dopo prestazioni coerenti e una crescita evidente. Gennaio dirà molto: serviranno rinforzi mirati, funzionali all’idea di calcio attuale, non nomi casuali.
Un nuovo punto di partenza
Il Pescara non ha ancora fatto nulla. Ma ha fatto la cosa più importante: ha smesso di soffocare. Ha ritrovato una direzione, una coerenza e una credibilità tecnica.
E quando una squadra passa dall’apnea alla respirazione controllata, significa che qualcuno – dalla panchina – ha iniziato a fare le scelte giuste.
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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