Ci sono vittorie che valgono più della somma dei punti conquistati. Il successo del Pescara Calcio contro la Reggiana, per quanto arrivato contro un avversario rimaneggiato, rientra esattamente in questa categoria. Non solo per la classifica, ma per il messaggio che porta con sé: il Delfino è vivo. E, soprattutto, non ha alcuna intenzione di arrendersi.

A ribadirlo, con parole che pesano come macigni, è stato Giorgio Gorgone, che già prima del fischio d’inizio aveva scelto di andare controcorrente rispetto al clima di sfiducia che circondava l’ambiente.

La lucidità prima della battaglia

Alla vigilia, Gorgone non aveva parlato di miracoli, né di imprese disperate. Aveva semplicemente messo i puntini sulle “i”: «la situazione non è disperata» e «questa squadra non morirà». Parole nette, quasi ostinate, pronunciate in un contesto in cui molti avevano già emesso sentenze definitive.

Il Pescara arrivava da buone prestazioni non accompagnate dai risultati. Un paradosso crudele: segnali incoraggianti sul campo, ma classifica immobile. È proprio in queste fasi che le stagioni rischiano di finire risucchiate nel cosiddetto buco nero, quello in cui entri per mancanza di risultati e da cui diventa difficilissimo uscire, anche quando giochi meglio degli avversari.

Una partita sporca, ma fondamentale

La Reggiana, pur falcidiata dalle assenze, si è confermata avversario scomodo. Una squadra dedita al contenimento, alle ripartenze, a spezzare il ritmo e a vivere di episodi. Esattamente il tipo di partita che spesso ha fatto inciampare il Pescara nelle settimane precedenti.

Questa volta no.

I biancazzurri hanno avuto la pazienza di non snaturarsi, la lucidità di restare dentro la gara e la maturità di colpire quando serviva. Non è stato calcio spettacolare, ma è stato calcio utile. Ed è proprio questo che mancava.

Tre punti che cambiano la prospettiva

La vittoria ha un peso specifico enorme. Accorcia le distanze in classifica dalle dirette concorrenti per la salvezza e, soprattutto, rilancia le aspirazioni di un gruppo che aveva bisogno di una prova tangibile per credere davvero nel lavoro svolto.

Non è solo una questione di numeri. È una questione mentale. Perché vincere dopo tante prestazioni buone ma sterili significa dimostrare che il percorso intrapreso non era sbagliato, ma semplicemente incompleto.

Gorgone contro il disfattismo

Il messaggio del tecnico è chiaro: niente vittimismo, niente alibi. Gorgone ha scelto di sfidare apertamente detrattori e disfattisti, rifiutando l’idea di un Pescara già condannato. E il campo, finalmente, gli ha dato ragione.

Questa squadra aveva già mostrato segnali di vita. Ora ha trovato anche il risultato. E quando prestazione e punti iniziano a viaggiare insieme, il rischio di restare intrappolati nel buco nero diminuisce drasticamente.

Una luce nuova sul futuro

La strada resta lunga e nessuno parla di salvezza già in tasca. Ma il successo contro la Reggiana rappresenta qualcosa di più di una semplice vittoria: è una rottura psicologica, un passaggio chiave che può cambiare l’inerzia della stagione.

Gorgone lo aveva detto. Ora lo ha dimostrato il campo. Il Delfino non è morto. Anzi, ha appena ricominciato a respirare.

Sezione: News / Data: Lun 22 dicembre 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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