Alla vigilia probabilmente si sarebbe messa la firma per un pareggio, meritato, sul campo dell'Entella, che è imbattuto in casa da oltre un anno (l'ultimo killer fu proprio il Pescara). Però resta il grande rimpianto di non essere riusciti a fare un balzo verso una classifica meno preoccupante, visto il prevedibile risveglio dello Spezia, dopo essere passati in vantaggio ad un quarto d'ora dal gong. Si può certamente parlare di rammarico, visto che il pari dei liguri è arrivato in pieno recupero, ma non proprio di beffa, come abbiamo letto in giro; perchè i biancazzurri hanno avuto la colpa grave di abbassarsi vistosamente dopo che Di Nardo aveva trovato un gran gol. Lo ha riconosciuto lo stesso Letizia, uno che in B ha esperienza da vendere. Magari Vivarini poteva dare un segnale più coraggioso che rinunciare ad una punta che teneva alta la squadra per coprirsi con più difensori. Detto questo, parliamoci chiaro: se il il tecnico di Ari riesce a salvare il Pescara quest'anno o se non altro si dimostra in grado di potersela giocare, fa una vera e propria impresa. Ultimissimo per monte stipendi in cadetteria, in parte pagati pure dalle società di appartenenza dei giocatori, fin da subito falcidiato da infortuni in tutti i settori e nei giocatori chiave di difesa (Pellacani), centrocampo (Olzer) e attacco (Tsadjout) e con tanti altri arrivati fuori condizione! Lo ha denunciato lo stesso Vivarini, probabilmente in risposta all'inopportuna invasione di campo del presidente Sebastiani, che da parte sua in settimana aveva disapprovato alcune scelte tattiche, quasi che avesse consegnato in estate al tecnico una corazzata e non una squadra allestita in extremis a costo zero, tra prestiti, scambi e svincolati. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: il potenziale c'è, ma andava messo a rodaggio molto prima e coprendosi meglio in certi ruoli fondamentali come la difesa. Per risalire la china ci vorranno però vittorie, soprattutto nei confronti diretti come quello di martedì contro l'Avellino e maggiore coraggio nei momenti in cui il Pescara trova la quadra. A Chiavari si poteva sicuramente fare meglio, specie dopo lo scampato pericolo delle 3-4 occasioni clamorose fallite dall'Entella a tu per tu con Desplanches. Si poteva osare di più sfruttando il contropiede o manovrando con maggiore velocità, non lasciando da solo Di Nardo davanti per lunghi tratti e si doveva essere più concreti e coraggiosi nel finale, dopo aver colpito. Pazienza, siamo certi che il Pescara avrà altre opportunità di dimostrare la crescita di tenuta mentale che sta dimostrando e quando recupererà  i vari Olzer, Oliveri e Tsadjout, assieme ad una maggiore autonomia di Caligara, non sarà più l'uccellino impaurito visto in questo inizio di stagione. Sicuramente la difesa è una coperta troppo corta e resterà probabilmente il tallone d'Achille, non riuscendo ancora a chiudere sui cross e a ripartire con sicurezza. La perdita definitiva di Pellacani è gravissima e fa sembrare ancora più assurda la rinuncia in estate ad un elemento come Lancini, che sarebbe restato pure gratis. Capellini è volenteroso, ma ancora lento e impacciato, Corbo e Corazza non ci sembrano all'altezza di questa B e su Gravillon si è già detto tutto: pare la controfigura del fratello senza talento e non il bel giocatore ammirato all'Adriatico sette anni fa. Resta l'affidabilità di Letizia, ma finchè il suo fisico non proprio integro lo sosterrà. In sintesi, per salvarsi, per portare a compimento un'impresa che definiremmo clamorosa, gare come quella di Chiavari vanno vinte senza se e senza ma. Altro che bicchiere mezzo pieno

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 25 ottobre 2025 alle 23:16 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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