Il Pescara di Vincenzo Vivarini non sta attraversando un periodo semplice. Al di là dei problemi di mentalità e continuità emersi nelle prime giornate, ci sono anche limiti strutturali che pesano come macigni. La rosa, allestita in ritardo sul mercato, mostra lacune evidenti e diversi doppioni in ruoli chiave, con giocatori che non hanno ancora raggiunto la migliore condizione fisica.

Il tecnico abruzzese si è ritrovato a lavorare con una squadra incompleta per settimane, dovendo inserire nuovi elementi a stagione già avviata. È il caso di giocatori come Tsadjout, Gravillon, Caligara e Okwonkwo, tutti ancora lontani dal pieno ritmo partita.

Rosa corta e mercato tardivo: la base del problema

Il mercato estivo, più che una costruzione, è sembrato una corsa contro il tempo. Il Pescara ha dovuto completare la rosa negli ultimi giorni di trattative, rinunciando a un vero lavoro di amalgama e programmazione. Questo ha lasciato strascichi evidenti, sia sul piano fisico che su quello tattico.

Vivarini, che punta molto sull’organizzazione e sulla conoscenza reciproca tra reparti, ha dovuto adattarsi, mescolando giocatori non ancora pronti o costretti a stringere i denti.

“Abbiamo qualità, ma serve tempo per ritrovare condizione e sincronismi”, ha sottolineato il tecnico dopo l’ultima gara.

Emergenza infortuni: quattro titolari out e squadra ridisegnata

A complicare ulteriormente la situazione c’è un’emergenza che non accenna a placarsi. Ben quattro titolari — Brosco, Olzer, Pellacani e Tsadjout — sono fuori dai giochi, costringendo Vivarini a reinventare la formazione quasi ogni settimana.

E come se non bastasse, contro l’ultima avversaria, il Pescara ha perso dopo appena 15 minuti il suo uomo di maggior talento, Merola, per un nuovo guaio fisico. Una tegola che ha ridotto al minimo le soluzioni offensive, obbligando il tecnico a ridisegnare la squadra in corsa.

Il risultato è un gruppo stanco, disomogeneo e privo di automatismi, dove alcuni devono giocare fuori ruolo e altri sono ancora lontani dal top della forma.

Difesa sperimentale e minutaggi da gestire

In questo contesto, anche la retroguardia ha pagato dazio. Vivarini ha dovuto proporre una difesa completamente nuova, non ancora rodata e costretta a reggere l’urto di un campionato lungo e competitivo come la Serie B.

Molti giocatori — ancora con una condizione fisica parziale — devono essere gestiti con attenzione nei minutaggi, impedendo al tecnico di mantenere un undici stabile. È un problema che incide non solo sulla solidità difensiva, ma anche sulla fiducia generale del gruppo.

Le attenuanti per Vivarini

Alla luce di tutto questo, le attenuanti per Vivarini sono molteplici. Il tecnico paga una situazione ereditata e un contesto difficile, aggravato da infortuni e scarsa preparazione. Eppure, nonostante le difficoltà, il Pescara ha spesso mostrato spirito di reazione e voglia di lottare, segno che lo spogliatoio è ancora compatto e crede nel suo allenatore.

Il compito ora è quello di resistere fino al rientro dei titolari, sperando che la sosta e il lavoro sul campo restituiscano energie e stabilità a una squadra che, per ora, ha potuto solo reagire, mai dominare.

Sezione: News / Data: Lun 20 ottobre 2025 alle 14:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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