La trasferta di La Spezia rappresenta l’ennesima tappa complicata nel cammino del Pescara Calcio, una partita che ha riacceso vecchie ferite e alimentato un senso di frustrazione ormai ricorrente nell’ambiente biancazzurro. Il ko maturato al Stadio Alberto Picco ha confermato non solo le difficoltà tecniche della squadra, ma anche un rapporto tutt’altro che sereno con la cosiddetta Dea Bendata e, soprattutto, con il VAR.

Non è la prima volta, infatti, che il Delfino esce da una gara con più di un episodio dubbio a sfavore. Anche in passato le decisioni arbitrali, supportate o meno dalla tecnologia, avevano sollevato polemiche e lasciato l’amaro in bocca. Tuttavia, questa volta, il peso delle recriminazioni rischia di coprire un dato ben più rilevante.

Le proteste al Picco: tre episodi che fanno discutere

Nel corso del match contro lo Spezia, la squadra allenata da Gorgone ha protestato con forza per tre presunti calci di rigore non concessi. Le attenzioni si sono concentrate su due contatti in area ai danni di Caligara e Cangiano, oltre a un possibile fallo di mano di Comotto.

Ciò che ha fatto maggiormente discutere non è stata soltanto la mancata assegnazione dei penalty, ma l’assenza di un vero e proprio check al VAR, elemento che ha acceso ulteriormente la protesta del Pescara e del suo staff. Episodi che, sommati, hanno rafforzato la percezione di una serata storta sotto ogni punto di vista.

Niente alibi: la prestazione resta insufficiente

Eppure, al netto delle decisioni arbitrali, sarebbe riduttivo spiegare la sconfitta esclusivamente attraverso gli episodi. Al Picco il Pescara ha offerto la peggior prestazione dall’inizio della nuova gestione tecnica, mostrando limiti evidenti sul piano del gioco, dell’intensità e della personalità.

La squadra è apparsa spesso in difficoltà nel tenere il ritmo degli avversari, poco lucida nelle scelte e incapace di costruire occasioni realmente pericolose con continuità. Un passo indietro netto rispetto alle precedenti uscite, che impone riflessioni più profonde di quelle legate alla sola direzione di gara.

Il momento della verità: serve una reazione sul campo

Non è tempo di giustificazioni né di alibi. Il campionato entra nella sua fase più delicata e il Pescara non può permettersi di restare ancorato alle polemiche. Gli episodi possono indirizzare una partita, ma raramente spiegano da soli una sconfitta così netta sotto il profilo della prestazione.

La sensazione è che la squadra debba ritrovare rapidamente solidità e identità, perché il margine di errore si sta assottigliando. Il campo, ancora una volta, sarà l’unico giudice possibile. E le risposte dovranno arrivare in fretta.

Sezione: News / Data: Lun 29 dicembre 2025 alle 13:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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