Il Pescara Calcio si aggrappa all’Adriatico, ma i numeri raccontano una verità che non può essere ignorata. Dei 13 punti complessivi raccolti finora in campionato, ben 10 sono arrivati tra le mura amiche. Un dato che conferma quanto il sostegno del pubblico e la familiarità con il proprio stadio siano stati determinanti, ma che allo stesso tempo evidenzia un limite strutturale difficile da aggirare.

In una classifica ancora estremamente corta, dove bastano pochi risultati utili per cambiare volto alla graduatoria, affidarsi quasi esclusivamente al rendimento interno non può essere una strategia sostenibile. Per sperare di scalare posizioni e uscire dalle zone più pericolose, il Delfino dovrà necessariamente invertire la rotta lontano dall’Abruzzo.

Trasferte: il vero nodo della stagione

Il rendimento esterno resta uno dei principali freni alla crescita del Pescara. Uscire indenni da campi sulla carta proibitivi diventa un passaggio obbligato, non solo per muovere la classifica, ma anche per acquisire quella solidità mentale che spesso è mancata nei momenti decisivi.

Un pareggio strappato in trasferta, oggi, può valere quanto una vittoria in casa. E in un torneo equilibrato come questo, la capacità di limitare i danni lontano dal proprio stadio può fare la differenza tra una stagione di sofferenza e una rincorsa credibile.

Adriatico da sfruttare di più: pochi successi per un fortino incompiuto

Se è vero che il fattore campo ha inciso positivamente, è altrettanto evidente che il bottino casalingo non è stato sfruttato appieno. All’Stadio Adriatico-Cornacchia il Pescara ha raccolto soltanto 2 vittorie e 4 pareggi in 10 gare, un rendimento che lascia diversi rimpianti.

Troppi punti sono stati lasciati per strada, spesso in partite alla portata, frenando una classifica che oggi sarebbe potuta essere ben diversa. Per questo, nel girone di ritorno, l’impianto di via Pepe dovrà trasformarsi in un vero e proprio fortino, capace di garantire continuità e non solo sporadiche fiammate.

Un calendario che non aiuta: più trasferte che gare interne

A rendere il quadro ancora più complesso è la struttura del girone di ritorno. In virtù del calendario asimmetrico, il Pescara sarà chiamato a disputare 10 partite lontano dall’Abruzzo e solo 9 in casa, un dettaglio tutt’altro che secondario in un campionato deciso spesso dai particolari.

La stagione si chiuderà proprio all’Adriatico, poco prima della metà di maggio, contro lo Spezia. Una sfida che potrebbe rivelarsi decisiva e che sottolinea, ancora una volta, quanto sarà fondamentale arrivare a quel momento con una classifica meno precaria.

La chiave della salvezza passa dall’equilibrio

Il Pescara è dunque chiamato a trovare un equilibrio che finora è mancato: migliorare sensibilmente il rendimento esterno e, allo stesso tempo, aumentare il fatturato interno. Solo così il Delfino potrà sfruttare una classifica ancora aperta e giocarsi le proprie carte fino all’ultimo.

Il tempo delle attenuanti è finito. Il girone di ritorno sarà una prova di maturità, dentro e fuori casa.

Sezione: News / Data: Lun 29 dicembre 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print