Il Pescara si presenta ai nastri di partenza della stagione 2025/26 con una struttura che, almeno sulla carta, porta con sé più certezze che rivoluzioni, ma che lascia aperti scenari di forte impatto per il futuro. La presidenza resta saldamente nelle mani di Daniele Sebastiani, confermato al vertice da un organigramma che mantiene la stessa fisionomia degli ultimi anni, con la presenza consolidata del direttore sportivo Pasquale Foggia e, sul campo, il ritorno in panchina di Vincenzo Vivarini. Al fianco della proprietà sono entrati di recente alcuni soci minori con quote comprese tra lo 0,5 e il 2%, un’operazione di ricapitalizzazione che ha portato ossigeno senza alterare i rapporti di forza. Sullo sfondo resta l’ipotesi, rilanciata da più testate fra la primavera e l’inizio dell’estate, di un ingresso importante di Marco Verratti con una quota stimata fra il 40 e il 44%. Una suggestione che, se confermata, cambierebbe radicalmente l’immagine e le prospettive del club, ma che al momento non ha trovato riscontri ufficiali.
Sul piano tecnico, il ritorno di Vivarini è una scelta di continuità metodologica: organizzazione tattica, moduli elastici tra 4-4-2 e 4-3-1-2, obiettivo chiaro della salvezza. La regia sportiva resta saldamente in mano a Foggia, che ha impostato la campagna estiva con un profilo prudente, cercando prestiti e contratti leggeri, puntando su giovani di prospettiva come Sebastiano Desplanches e Lorenzo Sgarbi. Una strategia coerente con le esigenze di sostenibilità di un club che rientra in Serie B dopo anni difficili, ma che rischia di esporre la squadra se non arriveranno almeno due innesti di esperienza nei ruoli chiave: un regista in grado di guidare il gioco e un centravanti da doppia cifra.

La sostenibilità finanziaria resta infatti il nodo più delicato. Una stima diffusa in ambito comunitario sul bilancio 2024 parla di un indebitamento attorno ai 22 milioni, dato non confermato ufficialmente ma credibile alla luce degli ultimi esercizi. Il ritorno in B ridà respiro grazie ai diritti centralizzati e all’indotto gare, ma non basta da solo: servono sponsor forti, fidelizzati con contratti pluriennali e plusvalenze ben gestite. Proprio sul fronte commerciale il club ha mosso passi concreti: è stato presentato il main sponsor di maglia “Sapori dal Forno”, al quale si affianca lo sleeve sponsor Abruzzo Airport e il partner Buiva Srl. L’obiettivo dichiarato è di consolidare un network di brand legati al territorio, che vada oltre il semplice logo stampato sulla divisa e che costruisca iniziative concrete con la tifoseria.

Il rapporto con la piazza resta un tema cruciale. Pescara è un ambiente passionale, capace di trascinare la squadra quando percepisce un progetto serio, ma pronto a contestare duramente se sente di trovarsi davanti a improvvisazione o navigazione a vista. Il ritorno in Serie B ha riacceso entusiasmo, ma la fiducia non è ancora del tutto ricucita: servono trasparenza, comunicazione chiara e risultati. In questo senso, il club è chiamato a lavorare almeno quanto in campo per rinsaldare il legame con i tifosi.
Lo scenario per i prossimi mesi si gioca su tre piani: la stabilizzazione prudente, con un campionato di sofferenza ma senza scossoni; il salto d’immagine legato a un eventuale ingresso di Verratti, che cambierebbe la percezione della società dentro e fuori dall’Abruzzo; o il rischio tecnico di una squadra troppo fragile per reggere la B, che costringerebbe a scelte dolorose già a gennaio.
Il verdetto, ad oggi, è chiaro: Sebastiani resta il baricentro della governance, con la possibilità di un colpo a sorpresa che avrebbe valenza storica. La Serie B restituisce ossigeno, ma anche compiti a casa stringenti su bilanci e comunicazione. Gli sponsor ci sono, ma vanno fidelizzati. Sul campo, Vivarini e Foggia hanno un progetto tecnico coerente, che però avrà senso solo se affiancato da due certezze di categoria. La piazza, infine, è un capitale emotivo enorme, pronto a esplodere o a spegnersi in base ai segnali che arriveranno. In sintesi: il ritorno in B ha riaperto porte e portafogli, ma l’identità del Pescara va ancora costruita con coraggio, idee chiare e trasparenza. Il resto, per ora, resta rumore di fondo.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 agosto 2025 alle 08:50
Autore: Antonio Iannucci
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