Domenica 20 maggio 2012: il Pescata torna in Serie A con una giornata d'anticipo a Marassi, in uno degli stadi più longevi ed importanti d'Italia contro la Sampdoria per 1-3, favorita ad inizio stagione per la promozione diretta dopo la clamorosa retrocessione dell'anno prima. Dopo 19 anni l'Abruzzo tornò ad assaporare il calcio dei grandi grazie al boemo Zdenek Zeman, che a 65 anni riuscì a confermarsi dopo anni bui passati nelle categorie inferiori e all'estero, per poi tornare con umiltà, silenzio ed il suo modo di lavorare rilanciandosi nonostante un palmares vuoto di trofei, con soli 2 campionati vinti con il Licata ed il Foggia. Zeman è riuscito a lanciare, come suo solito, giovani promesse del calcio italiano come non solo Marco Verratti, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne, che oggi guidano le rispettive squadre come il PSG, la Lazio ed il Napoli, ma anche il danese Nielsen, Kone, Capuano, Romagnoli, Zanon e chi ne ha più ne metta. Una stagione dai due volti quella del 2011-2012 grazie al gioco bello, spumeggiante e sempre all'attacco con 90 gol realizzati e 55 subìti. Ma c'è da ricordare anche i momenti tristi non per i risultati sportivi ma per aver perso il giovane Franco Mancini, collaboratore dei portieri scomparso a marzo dello stesso anno, poi Morosini, accasciatosi a terra durante Pescara-Livorno ed infine Domenico Rigante, assassinato il primo maggio dopo il match contro il Vicenza. Al triplice fischio di Tommasi la festa del Pescara e la commozione di Zeman, una persona molto silenziosa ma dal cuore grande che si è commosso ricordando un collaboratore come se fosse un figlio, poi l'abbraccio con il suo staff e squadra portato in trionfo sotto la pioggia di Genova e gli applausi dei tifosi doriani, in segno di riconoscenza nei confronti di quella squadra che sorprese anche i grandi allenatori del calcio: da Capello a Sacchi passando per Cesare Prandelli e Pep Guardiola, all'epoca allenatore del Barcellona in stretto contatto con la città di Pescara.   

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 20 maggio 2020 alle 14:39
Autore: Riccardo Camplone
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