Il Pescara dell'era Sebastiani ha tanti primati, non proprio tutti annoverabili tra quelli di cui vantarsi o andare fieri e non fanno eccezione le scelte tempistiche in fase di comunicazione. Il nuovo tecnico Giorgio Gorgone ha finora lavorato in silenzio, senza un minimo di presentazione ufficiale e lontano dai microfoni per dieci giorni. Altrove non va così, ma lasciamo perdere, evidentemente si è scelto il low profile e si attendono i fatti, ma stupisce che nel frattempo non abbia preso a parola neppure il ds Foggia, se non altro per dare un segnale di discontinuità. Le prime dichiarazioni dell'ex allenatore della Lucchese sono arrivate così solo oggi, nella conferenza stampa che solitamente precede i match, anche perchè la squadra sta per imbarcarsi in charter per Catanzaro e non si poteva tergiversare oltre. Parole chiare, pronunciate in maniera convincente, che hanno delineato il suo prossimo percorso. Intanto ha escluso tra i convocati, oltre i lungodegenti Olzer, Merola e Pellacani, due giocatori che molti addetti ai lavori davano per certi e recuperabili per la difficile trasferta di Catanzaro. Restano a Pescara ad allenarsi Okwonkwo, apparso sovrappeso e lontano dalla forma migliore e soprattutto Tsadjout, su cui lo stesso Sebastiani aveva puntato parecchio, indicandolo come il rinforzo che ci voleva in attacco. Macchè, dopo aver già saltato otto gare, neppure mister Gorgone non lo ha reputato abile ed arruolabile. "Voglio solo gente pronta al 100% soprattutto mentalmente", lasciando intendere che l'ex Cremonese, oltre che con una fragilità fisica già sperimentata in carriera (le presenze sono poco più delle assenze, nelle medie degli ultimi anni) deve fare i conti con un prevedibile blocco psicologico. Situazione frequente in chi subisce tanti acciacchi e ricadute: si ha paura a rimettere di nuovo la gamba nei contrasti e si rischia di giocare col freno a mano tirato. Lo si sapeva anche prima, ma quando fai mercato last minute a costo zero può capitare. Un colpevole ritardo che, bontà sua, ha riconosciuto recentemente perfino Daniele Sebastiani. Tornando a Gorgone, ha insistito molto proprio sull'aspetto mentale: "quanto prendi batoste, subentra una certa frustrazione e una sensazione di impotenza. Ho lavorato soprattutto su questo aspetto, cercando di caricare e responsabilizzare i ragazzi". Ha poi eluso la scomoda domanda di un collega sulle lacune apparentemente segnalate da Merola, che giorni fa ha sottolineato che con Zeman e Baldini ci si allenava più intensamente. "Ho trovato una squadra con una discreta condizione atletica, non mi permetto di giudicare l'operato di chi mi ha preceduto (Vivarini), considerando che ha ottenuto risultati più importanti del sottoscritto finora, con ottimi campionati altrove. Certo va aumentata l'intensità perchè dobbiamo tenere meglio la fase propositiva, non c'è molto tempo da perdere e dobbiamo fare punti per non restare attardati". Ha poi toccato il tema del coraggio, molto a cuore ai tifosi che hanno visto troppo timore reverenziale in molti giocatori. "Non dobbiamo avere paura di osare nè arretrare di fronte a squadre tecnicamente più forti, per organico o blasone. Il Pescara che ricordo aveva più coraggio e voglio una squadra aggressiva, dedita al sacrificio, che dia intensità finchè ne ha. Pressing, cercare sempre soluzioni offensive e tenere il più possibile il pallone. In fase di non possesso non possiamo permetterci il lusso di arretrare. Credo fermamente nella salvezza, non sono qui solo per provarci". Infine la sviolinata per il presidente che da tempo reclama un miglior posizionamento in campo per il gioiellino Dagasso, protagonista anche nella nazionale Under 21 di Silvio Baldini. "Farà la mezzala che gioca a sinistra". Fiducioso anche nei recuperi di elementi finora ai margini, come Gravillon e Tonin: "li ho trovati in buona condizione, conto anche sulla loro voglia di riscatto, sono certo che vorranno convincere i tifosi che possono fare meglio". Più scettico su Caligara: "deve tornare quello di Ascoli". Sulla gara di Catanzaro è d'accordo che si tratti di un crocevia importante, anche per la sua carriera. "Troveremo una squadra organizzata e con una identità che noi magari ancora non abbiamo. Noi però dobbiamo ritrovare sicurezze e motivazioni: preferisco 11 giocatori che accendono una candela che uno solo che crede di essere il faro e di poter vincere da solo. Questo Pescara ha buone individualità, che debbono aiutarsi. Possiamo giocarcela senza timore!"
Autore: Andrea Genito
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