Costruire, poi demolire. Il Pescara delle prime dodici giornate sembra essere stato affetto da autolesionismo puro avendo visto finire in frantumi opportunità di fare massa in classifica che era riuscito agevolmente a crearsi. E uno dei punti su cui il nuovo tecnico Giorgio Gorgone dovrà lavorare alacremente riguarda proprio quest'aspetto di rimonta subita che rischia di costare caro se mandato in fotocopia diverse altre volte.
La galleria delle occasioni perdute
Una delle questioni su cui, nelle diverse interviste rilasciate prima del suo esonero, Vincenzo Vivarini aveva insistito concerneva proprio la necessità della squadra di possedere una mentalità in grado di farle gestire meglio le situazioni, oltrechè il possesso palla. Lo aveva ripetuto come un mantra proprio avendo sott'occhio come in un flashback tutte le situazioni in cui il suo Pescara si era dovuto mangiare le mani per avere gettato alle ortiche punti che sarebbero diventati realtà se l'ingenuità nel non saperli coccolare fosse stata tenuta fuori dall'uscio. Il "vizio" era partito già nella gara d'esordio persa per 1-3 all'Adriatico- Cornacchia con il Cesena. Olzer aveva riportato il treno sul binario giusto pareggiando la rete del vantaggio cesenate, poi, però, i romagnoli avevano avuto modo di ricecchinare per altre due volte. Prima occasione non gestita a dovere. Lezione imparata? Nemmeno per idea. Partita con il Mantova, seconda di campionato: i virgiliani fanno e disfano andando in vantaggio con Mancuso e poi facendosi gol da soli con Festa. A quel punto il pareggio pare placcato oro, invece il Pescara cade nuovamente nella trappola e si fa infilare di nuovo. Seconda occasione sprecata. Alla quarta giornata il Pescara fa visita al Modena, squadra ambiziosa che sta mettendo in fila il resto della concorrenza. La squadra allora ancora di Vivarini fa bingo con Olzer ma la gestione del vantaggio dura esattamente dodici minuti, dal 40' al 52' quando i canarini si rimettono in carreggiata e poi la fanno loro.
La ripresa subita più amara
La ripresa subita forse più amara, almeno nel punteggio, è però quella nella partita contro la Sampdoria persa per 1-4. Oliveri costruisce il castello ma poi il Pescara se lo lascia prendere a picconate dai doriani Coda, Pafundi, Depaoli e Ioannou.
Le due riprese subite con pareggio
Fino a questo punto si è dato conto di riprese amare amarissime al termine delle quali il Pescara è uscito dal rettangolo verde senza neppure un pugno di mosche in mano. Vi sono però state anche per fortuna riprese meno "dolorose" in cui la squadra biancoblù è riuscita a ottenere almeno il pareggio. E' il caso delle prestazioni contro Virtus Entella e Avellino che, beninteso, rappresentano pur sempre giornate gettate alle ortiche rispetto ai desiderata della posta piena ma almeno, consolazione sinora piuttosto magra, non hanno lasciato la squadra a mani vuote.
Le rimonte effettuate
Dove ritorna il sorriso, sia pure sporadicamente, è nelle rimonte effettuate partendo da situazioni sfavorevoli. Con il Venezia sembrava una giornata storta con uno 0-2 iniziale ma poi il sole è tornato a splendere con un 2-2. Stesso discorso contro la Carrarese in un'altra partita vissuta pericolosamente ma ripresa per i capelli con grande tenacia. In mezzo il pareggio strappato a un Sudtirol che aveva provato a prendere il volo.
I "casi netti"
I "casi netti" in cui il risultato non è mai stato in bilico sono stati, per il Pescara, uno a favore e due contro. Quello che mette il sorriso è il 4-0 colto contro l'Empoli, gli altri due sono invece quelli con Palermo e Monza.
Qualche conclusione
Numeri alla mano, è agevole dedurre che in sei casi su dodici il Pescara abbia gettato via punti malamente, complice, appunto, una carenza gestionale soprattutto a livello psicologico della situazione favorevole acquisita. E' evidente che i campionati possano sfociare in promozioni così come in salvezze qualora l'ingenuità sia tenuta il più possibile sotto controllo e non ci si conceda, se si è in condizione di beatitudine di risultato, rilassamenti eccessivi. Dirlo sarà banale sinché si voglia, ma d'altra parte anche uno che di calcio la sapeva lunga come il tecnico della Sampdoria dello scudetto Vujadin Boskov soleva ripeterlo: "Partita è finita quando arbitro fischia". Senza quelle rimonte subite, i punti in classifica in più sarebbero almeno sei. E il Pescara navigherebbe al dodicesimo posto con 14 punti in compagnia di Padova, Virtus Entella ed Empoli a strizzare persino l'occhio a una possibile collocazione nei playoff. Nulla è perduto. Ma ciò che vi è da perdere, in casa Pescara, è quel vizio di demolire dopo avere costruito a fatica per ingenuità gestionale. ,
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