A Pescara c’è una convinzione che resiste al tempo e alle categorie: il pubblico biancazzurro merita almeno la Serie B. È una frase che si sente ovunque — allo stadio, nei bar, persino nei momenti più difficili. E non è retorica: la passione, la presenza numerosa, l’attaccamento alla maglia sono elementi che poche piazze di C (e non solo) possono vantare.

Il problema, purtroppo, è che oggi la squadra non è all’altezza di questo patrimonio.

Dopo dodici giornate, il Pescara è scivolato in una situazione che nessuno avrebbe immaginato a inizio stagione. Una sola vittoria — quella contro l’Empoli del 21 settembre — e una classifica che racconta una verità cruda: penultimo posto, appena otto punti raccolti e, soprattutto, la peggior difesa del campionato con 25 gol incassati.

Il dato è impressionante, quasi più del punteggio totale. Perché subire così tanto significa non avere solidità, non avere equilibrio, non avere identità. Significa che ogni partita diventa una salita ripidissima, difficile da invertire. E infatti, se il campionato si chiudesse oggi, il Pescara sarebbe retrocesso in Serie C senza nemmeno la possibilità dei playout. Una prospettiva che fa venire i brividi solo a immaginarla.

La distanza tra ciò che la piazza rappresenta e ciò che il campo mostra è diventata enorme. Da un lato, un tifo che non smette di sostenere; dall’altro, una squadra che si perde, che fatica a reagire, che sembra incapace di trasformare la spinta del proprio pubblico in energia positiva.

Il Pescara non perde solo le partite: perde certezze, perde fiducia, perde tempo prezioso. E ogni giornata che passa diventa più difficile uscire da una spirale che assomiglia sempre di più a una pericolosa discesa.

Eppure, nonostante tutto, c’è ancora margine per cambiare la storia. Servirà ritrovare un minimo di compattezza, riscoprire il gusto di lottare insieme, ricostruire da zero un’identità che finora non ha mai preso forma. Servirà, soprattutto, comprendere che il pubblico non merita solo Serie B: merita una squadra che combatta, che si sacrifichi, che dimostri di essere degna della maglia che indossa.

Perché il Pescara può anche essere penultimo oggi, ma la sua gente resta da Serie B.
La speranza — e la responsabilità — è che prima o poi la squadra torni a esserlo altrettanto.

Sezione: News / Data: Lun 17 novembre 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print