Le stagioni a volte si cambiano in attimi, minuti. Perchè i centoventi secondi in cui lo Spezia ribalta il Pescara possono essere la svolta e riscrivere la storia. Due incisi doverosi: la squadra di Italiano domina la scena, per quarantacinque minuti sterilmente mancando colpevolmente negli ultimi venti metri, e nella seconda frazione con incisività e cattiveria sotto porta. Il secondo: l’arbitro Massimi di Termoli prende un clamoroso abbaglio, trasformando in mano un un tocco di ginocchio vincente di Brunori (79’) che avrebbe ristabilito l’equilibrio. Il Pescara? Compatto e cinico, vedi Ascoli, nel primo tempo, 3-5-1-1 solido con pochi fronzoli e la rasoiata di Machin (23’), assistito da Memushaj, a dare l’illusorio vantaggio. Ma è pericoloso speculare sul risultato, lo fa colpevolmente la squadra di Zauri dopo il riposo, che si abbassa che più non si può, difesa incollata alla propria area e palleggio in mano allo Spezia. Italiano lancia nella mischia un islandese dal papà illustre, Gudjohnsen, figlio di Eidur protagonista a cavallo del nuovo secolo in maglia bluagrana. Prima partecipa con un tiro svirgolato trasformato in assist per il pareggio di Bartolomei (69’) e poi va in cielo due minuti dopo per il gol vittoria, di testa, sfruttando l’altezza. Due giri di lancette dove lo Spezia può nuovamente costruire la sua stagione, scacciando la crisi, mettendosi alle spalle le tre precedenti sconfitte di fila e lasciando l’ultimo posto. Nel Pescara traballa la panchina di Zauri, ma dovrebbe avere un’altra chance. In tribuna c’erano Di Biagio e Stellone.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 20 ottobre 2019 alle 11:00 / Fonte: Tuttosport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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