Il massimo risultato con il minimo sforzo, anche meno. Il Pescara soffre a lungo, non riesce a giocare, ma gli basta accendersi due minuti, uno per tempo, per conquistare la vittoria (1-2) a Cosenza. Un successo forse non del tutto meritato ma preziosissimo, perché ottenuto da una formazione che chiaramente ha ancora moltissimo da migliorare. I padroni di casa hanno giocato quasi stabilmente nella metà campo biancazzurra. Il Delfino è rimasto spesso a guardare, rinunciando ben presto alle velleità di fare la partita. È rimasto lì, in trincea, mostrando solo la voglia di non arrendersi e un certo ordine difensivo. A voler essere ottimisti, si può dire che ha subito moltissimo gioco ma ben poche occasioni vere da rete. E alla fine, con le squadre stremate dal caldo, ha trovato il gol di Galano su una bella verticalizzazione di Kastanos. Il Cosenza è decisamente più aggressivo. Fa valere subito la maggiore fisicità, sfrutta i muscoli di un Kanouté in palla, e fa vedere qual è il proprio piano partita: aprire il campo soprattutto a sinistra con Lazaar e riempire l'area soprattutto con gli inserimenti delle mezzali. La formazione di Braglia (squalificato) fa quasi tutto bene fino alla tre-quarti di campo, ma poi, nei sedici metri, dimostra tutta la pochezza del proprio organico. L'unico vero brivido lo crea in avvio un diagonale di Kanoutè. Il Pescara si difende con un certo ordine, sempre molto vicino alla propria porta, ma quando si ratta di gestire il pallone si vedono ancora tutti i limiti di una squadra ancora tutta da costruire. Palmiero è preso in consegna quasi a uomo, Machin inizia con troppa superficialità, e davanti c'è poco movimento da parte degli attaccanti, tanto che in mezzo al campo ci sono sempre poche soluzioni di passaggio. Quando Sciaudone (29') commette un fallo inutile su Di Grazia e Tumminello trasforma il rigore, i biancazzurri non hanno ancora mai tirato in porta. Ma in un minuto succede tutto, perché il Cosenza sbanda e un attimo dopo Galano si mangia il raddoppio su assist di Memushaj. E così, senza avere fatto praticamente niente, il Pescara in sessanta secondi segna e legittima perfino il vantaggio. La domenica comincerebbe a mettersi benone se non arrivassero, prima dell'intervallo, gli infortuni di Tumminello e Campagnaro. Zauri va al riposo con Maniero e Drudi in campo e qualche grattacapo in più. Nella ripresa si accentuano le cose già viste nella prima metà gara. I calabresi sono in costante proiezione offensiva, hanno ritmo, volontà, ma pochissima consistenza offensiva. La squadra di Zauri non ha mai neanche provato a mettere il naso fuori, badando solo a chiudere bene gli spazi davanti a Fiorillo. Anche dopo il pari di Sciaudone (gran tiro da fuori), malgrado la pressione costante, non c'era la sensazione che il Cosenza potesse trovare il gol. Ma ancor meno che potesse farlo il Pescara. E invece i bravi giocatori servono proprio a questo. A cambiare il corso delle cose. Bene così. Un risultato così tornerà utile. 

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Lun 16 settembre 2019 alle 17:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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