Non si poteva pretendere una trasformazione completa, con poco più di una settimana di lavoro targato Gorgone, ma i segnali incoraggianti non mancano e sarebbero stati da riconoscere anche se Corazza non avesse indovinato il colpo da biliardo al 93°. Il nuovo tecnico aveva chiesto ai giocatori di mettere in campo coraggio e iniziativa, senza subire psicologicamente l'avversario e questo cambiamento si è visto. Da squadra rassegnata, che subiva come uno sparring partner (vedi la ripresa contro Sampdoria e Palermo e già dall'inizio col Monza), a Catanzaro i tifosi hanno potuto finalmente vedere un gruppo che ci ha provato il più possibile e fino al termine, coi propri limitati mezzi e nonostante il pesante ko di Oliveri. Ci ha provato dalle prime battute, finalmente con un pressing alto e di squadra e il riscontro ha probabilmente fatto capire che in questo modo si può far male. Oltre al gol iniziale di Di Nardo, nato da una pregevole manovra dopo il recupero palla, il Pescara ha subito sfiorato il 2-0 e ha chiuso meritatamente avanti al riposo. Come ha riconosciuto lo stesso tecnico di casa Aquilani (uno dei tanti ex della gara al Ceravolo), il Pescara ha giganteggiato anche sulle seconde palle e nei contrasti, evento rarissimo nell'era Vivarini. La mossa di puntellare l'attacco con Tonin è sembrata azzeccatissima, perchè il giocatore veneto, colpevolmente messo ai margini dal precedente allenatore, appare perfettamente compatibile e anzi complementare con le caratteristiche di Di Nardo. Anche nella ripresa, dove è emerso il maggiore tasso tecnico del Catanzaro, il Pescara non ha mollato ed ha anzi cercato di restare lì senza farsi travolgere, reagendo al beffardo sorpasso in zona Cesarini. Al di là del punto che cambia ben poco la classifica biancazzurra, è arrivata quindi una iniezione di fiducia che fa immaginare una maggiore tenuta fino al giro di boa, quando necessariamente la società dovrà fare mercato e non con i soliti ripieghi. Le note dolenti, inutile sottolinearlo, sono nella difesa da brividi, presa d'infilata in velocità e sempre in affanno sui cross. Oltre ai tre gol subiti, che confermano il Pescara come la peggiore retroguardia tra i professionisti, sono state concesse una decina di occasioni non concretizzate solo per le prodezze di Desplanches e la dabbenaggine degli avversari. Per sperare di salvarsi il Pescara deve rinforzarsi concretamente perchè Corbo e Brosco appaiono troppo lenti e in soggezione fisicamente, Oliveri è appunto di nuovo fermo ai box assieme a Capellini e Gravillon ha mostrato solo timidi progressi. Una coperta troppo corta, insomma, che va puntellata seriamente per non vanificare il risveglio mentale della squadra e non ricadere nella frustrazione di chi pur osando alla fine raccatta solo briciole. Se si prendono tanti gol ovviamente non è solo alla difesa che va messa la croce sulle spalle, bisognerebbe non lasciar muovere il pallone con tranquillità nella trequarti agli avversari come è successo anche a Catanzaro, oscurando le linee di passaggio e coinvolgendo anche gli avanti. Però è chiaro, lo ha detto pure Gorgone, che con un atteggiamento più sbarazzino e audace si deve essere disposti a correre rischi maggiori. L'importante è non servire su un vassoio opportunità agli avversari. La gara casalinga col Padova appare sicuramente più alla portata, ma va giocata con totale attenzione per dimostrare che questo Pescara, oltre a saper limitare i danni può anche portare a casa le partite.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 18:13 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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