La voglia di vincere ha superato la paura di perdere: Catanzaro e Pescara hanno dato vita a una gara a viso aperto, spettacolare e incerta fino all’ultimo. I biancazzurri, pur reduci da un periodo difficile, hanno mostrato subito di voler invertire la rotta. Due volte in vantaggio e due volte raggiunti, i ragazzi di mister Giorgio Gorgone non si sono mai arresi, trovando il gol del definitivo 3-3 al 93’ con l’inarrestabile Corazza. Il risultato finale premia il coraggio del Delfino – soprattutto quello infuso dal nuovo tecnico – e consegna ai tifosi un pareggio esterno prezioso, strappato con il cuore e con la grinta di chi “non molla mai”.
Coraggio e carattere all’esordio
Un esordio così pirotecnico non era scontato, ma Gorgone aveva chiesto ai suoi proprio coraggio e intensità sin dal primo allenamento. In campo si è vista una squadra trasformata nello spirito: aggressiva nei primi minuti, capace di colpire subito e poi di rialzare la testa nei momenti più difficili. Segnali importanti sono arrivati dal carattere del gruppo: andare avanti due volte in casa di un avversario di alta classifica e reagire al gol-beffa subito nel finale dimostrano una determinazione e una fame di punti ritrovate. “Il 3-3 finale premia il coraggio, soprattutto quello del Pescara di Gorgone”, scrivono le cronache, e non è un caso che la squadra sia rimasta in partita fino alla fine nonostante le difficoltà. I ragazzi hanno lottato su ogni pallone e, spinti dall’entusiasmo del nuovo mister, hanno creduto nell’impresa fino all’ultimo secondo. Questo atteggiamento positivo e combattivo – come sottolineato anche da Gorgone nel dopogara – era ciò di cui i tifosi avevano bisogno di riinnamorarsi della squadra.
La doppietta di Tommaso Corazza, entrato a freddo dalla panchina e decisivo allo scadere, è l’emblema di questo spirito mai domo. Corazza ha “tolto le castagne dal fuoco” con due gol pesantissimi, incarnando la voglia di riscatto dell’intero gruppo. Accanto a lui, il giovane Di Nardo (subito in gol con freddezza da vero bomber) e il vivace Tonin hanno garantito imprevedibilità offensiva e coraggio nelle giocate. È emerso insomma un Pescara che non ha paura di osare, che gioca per vincere e non per accontentarsi: un segnale incoraggiante per il futuro, applaudito dai tifosi accorsi e da quelli a casa.
La mano di Gorgone: scelte tattiche e novità
Sul piano tattico, l’impronta di Gorgone si è vista immediatamente. Il nuovo allenatore – chiamato durante la sosta a risollevare una squadra in crisi – ha optato per un cambio di modulo, schierando un 3-5-2 al posto degli assetti precedenti. Non sono mancate le scelte coraggiose in formazione: ben quattro cambi rispetto all’ultima uscita, con l’inedito tandem d’attacco Di Nardo-Tonin dal primo minuto. L’undici iniziale ha sorpreso molti, ma ha ripagato: proprio dall’asse Tonin–Di Nardo è nato l’1-0, segno che l’intuizione di affiancare questi giovani attaccanti ha dato freschezza e imprevedibilità in avanti. Gorgone in settimana aveva predicato coraggio e i suoi giocatori lo hanno interpretato anche nelle scelte offensive, attaccando senza timori reverenziali una squadra sulla carta più quotata.
Va sottolineato che il nuovo mister ha dovuto fare i conti con assenze pesanti in rosa. L’infermeria era affollata (out giocatori importanti come Merola, Okwonkwo, Olzer, Tsadjout e altri), situazione che ha reso alcune scelte obbligate e alzato il tasso di difficoltà. Malgrado ciò, chi è sceso in campo ha risposto presente: Gorgone ha ringraziato i suoi per l’impegno, facendo i complimenti “a chi c’era e ha dato il massimo”. Anche i subentrati hanno dato un contributo determinante, a partire dallo stesso Corazza. Questo dimostra che l’allenatore è riuscito in pochi giorni a coinvolgere tutto il gruppo, ridando fiducia anche a elementi finora meno utilizzati (emblematico il “recupero” di Tonin titolare dopo tanta panchina). La mentalità nuova si è vista anche nei dettagli: un Pescara più corto e compatto in fase di non possesso e pronto a ripartire con rapidità appena riconquistava palla. Certo, siamo solo all’inizio dell’era Gorgone, ma le sue idee sembrano già aver dato una scossa positiva all’ambiente biancazzurro.
Limiti difensivi e aspetti da migliorare
Sarebbe però ingenuo pensare che tutti i problemi si siano risolti in una notte. La partita del Ceravolo ha messo in evidenza anche i limiti attuali del Pescara, soprattutto in fase difensiva e nella gestione dei momenti chiave. In 90 minuti sono stati concessi tre gol, indice di una retroguardia ancora da registrare e di cali di concentrazione preoccupanti. Emblematico il black-out a inizio ripresa: subire il 2-2 pochi secondi dopo l’intervallo ha “scombussolato i piani” della squadra, come ha ammesso lo stesso Gorgone. È in quei frangenti che il Pescara ha sofferto maggiormente la pressione avversaria, arretrando il baricentro e mostrando qualche insicurezza di troppo. Mister Gorgone dovrà sistemare la difesa, lavorando sui meccanismi del trio arretrato e sulle coperture in fase di non possesso. Alcuni difensori sono apparsi in difficoltà sulle accelerazioni degli attaccanti calabresi (il talento di Cissè, imprendibile sull’out mancino, ha creato più di un grattacapo), segno che c’è margine per migliorare nell’uno contro uno e nei raddoppi di marcatura.
Un altro aspetto da affinare è la tenuta mentale lungo tutto l’arco della gara. Il calo nella seconda metà è stato evidente: dopo un primo tempo di grande attenzione, nella ripresa i biancazzurri sono parsi meno reattivi rispetto a un Catanzaro arrembante. Su questo punto Gorgone è stato chiaro e onesto nel post-partita: “C’è da alzare il livello in alcuni momenti e tenere alta l’attenzione” ha dichiarato, consapevole che solo eliminando certe disattenzioni si potranno trasformare prestazioni positive in vittorie. Inoltre, incassare il gol del 3-2 a otto minuti dalla fine – per quanto sia stata una prodezza balistica dell’avversario – poteva tagliare le gambe alla squadra: serve più freddezza nel finale e forse una gestione più accorta quando si ha il risultato in mano. Gorgone e i suoi collaboratori avranno il loro da fare su questi fronti, ma il lato confortante è che gli errori sono correggibili con il lavoro sul campo e con l’aumentare dell’affiatamento tra i reparti. Importante sarà anche recuperare gli infortunati per avere più scelte e freschezza nelle rotazioni, soprattutto considerando che il campionato è lungo e logorante.
Un pareggio che vale fiducia
Al triplice fischio, il tabellone recita 3-3 e per il Pescara è un punto d’oro. Può sembrare strano definire “prezioso” un pareggio quando la classifica ti vede ancora nei bassifondi, ma il contesto dà valore a questo risultato. Innanzitutto, si interrompe la serie di sconfitte: la squadra “torna a muovere la classifica dopo due ko consecutivi”, smuovendo la propria situazione psicologica ancor prima che numerica. Lasciare (anche se solo temporaneamente) il penultimo posto in classifica e farlo su un campo ostico come Catanzaro è un segnale importante. Significa che il Pescara è vivo, che non si dà per vinto nella corsa salvezza e che l’arrivo di Gorgone ha già prodotto una scossa mentale. Come ha osservato Gazzetta, portare via punti da un campo del genere all’esordio è un biglietto da visita incoraggiante per il nuovo mister.
Ma oltre alla classifica, questo 3-3 alimenta qualcosa di fondamentale: la fiducia. Fiducia nei giocatori, che si riscoprono capaci di rimontare all’ultimo respiro. Fiducia nell’allenatore, la cui lettura della gara (cambi inclusi) si è rivelata azzeccata. E fiducia nei tifosi, che dopo settimane difficili possono tornare a sperare vedendo una squadra lottare con orgoglio per la maglia. Certo, non bisogna accontentarsi: il cammino per tirarsi fuori definitivamente dalle zone pericolose è ancora lungo e irto di ostacoli. Lo sa bene Gorgone, che infatti mantiene i piedi per terra ricordando che “possiamo tirarci fuori da questa situazione” ma solo lavorando sodo giorno dopo giorno.
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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