Dopo Zdenek Zeman anche Marco Sansovini ha ricordato con piacere la promozione di 8 anni fa. Con i suoi 16 gol in campionato, il "Sindaco" ha contribuito alla promozione in A oltre che alle doti di Verratti, Insigne ed Immobile. A giugno compirà 40 anni e del suo futuro si è espresso così a Rete8:  “Mi capita spesso di rivedere le immagini della promozione perché sono momenti positivi e meravigliosi. Dalla testa mi passa tutta la stagione: dal ritiro, dove io ed altri giocatori reduci dalla stagione con Di Francesco non la vedevamo in maniera positiva, poi abbiamo trovato un amalgama importante dove i ragazzi che fecero la differenza sono venuti fuori alla grande. Tutta la squadra ne trovò giovamento ed andò dritta come un treno sia in campo che fuori, ricordiamoci alcuni episodi tristi come la tragedia di Morosini e di Franco Mancini ci segnarono molto ma diedero un segnale molto importante sul piano del carattere. Onestamente me lo sarei aspettato che Verratti, Insigne ed Immobili fecero questo tipo di carriera. Quando l’anno successivo venni intervistato dissi che Immobile sarebbe diventato il centravanti della Nazionale, il talento che ha Insigne in Italia non c’è l’ha nessuno mentre Verratti è il mio pupillo e lo metto tra i primi giocatori al mondo, è sbocciato con Zeman dove lo mise in un ruolo a lui molto congeniale ma da 2-3 anni vedevo cose da fuoriclasse. Un particolare episodio di quella stagione penso sia stata la vittoria a Padova per 6-0, soprattutto perché venivamo da 3 sconfitte consecutive, iniziammo a ricevere parecchie critiche ma soprattutto il mister perché la gente non vedeva l’ora di scagliarsi contro di lui perché essendo un personaggio si fa in fretta a fargli i complimenti ma allo stesso tempo a dargli addosso. Siamo stati bravi e forti dove dimostrammo in quella partita di essere i più forti della categoria. Cosa penso della sospensione della Serie D? Mi dispiace, è vero che siamo giocatori dilettanti ed uno status diverso dalla Lega Pro ma onestamente non vedo differenze perché il nostro impegno è uguale a quello dei professionisti, perciò se possono farlo loro con l’aiuto della Lega potremmo farlo sicuramente anche noi, oppure queste categorie non devono giocare. La Serie A e B sono un mondo a parte mentre la C è più rivolto al dilettantismo con i costi del professionismo. Il mio futuro? Lascio tutto le porte aperte, perché è presto e i campionati si sono conclusi oggi e a giugno compirò 40 anni.”

Sezione: News / Data: Gio 21 maggio 2020 alle 14:03
Autore: Riccardo Camplone
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