Il Pescara torna da Palermo con una delle peggiori prestazioni della stagione.
Dopo un primo tempo discreto, chiuso con buone trame e qualche occasione, nella ripresa i biancazzurri si sono letteralmente spenti, subendo un tracollo inaspettato e mettendo in evidenza, ancora una volta, tutte le lacune strutturali e difensive che affliggono la squadra di Vincenzo Vivarini.

La difesa continua a concedere troppo: marcature saltate, mancanza di reattività e un atteggiamento troppo passivo. Fare gol al Pescara, oggi, è diventato fin troppo facile.

Difesa in affanno e quinti in difficoltà

Il problema principale resta la fase difensiva, con una retroguardia che soffre in area e concede occasioni a ripetizione.
I quinti di centrocampo, spesso costretti a rincorrere, mostrano limiti fisici e strutturali evidenti: troppo leggeri per reggere l’urto degli inserimenti avversari.

Gli episodi dei gol subiti lo dimostrano: Letizia è in ritardo sul secondo, mentre Corazza perde il duello in marcatura.
Il dato è impietoso — 23 reti al passivo in 11 giornate, con soli 8 punti conquistati e una sola vittoria in campionato. Numeri da piena crisi.

Una squadra che non sa imporre il proprio gioco

Un aspetto tecnico-tattico ormai evidente: questa rosa non ha le caratteristiche per imporre il possesso palla. Quando il Pescara cerca di fare la partita, si sbilancia, perde equilibrio e si espone alle ripartenze letali degli avversari.

Al contrario, quando si chiude con compattezza e riparte negli spazi, la squadra riesce a esprimersi meglio — come dimostrato contro Empoli, nel secondo tempo col Venezia, o in alcuni momenti del primo tempo contro il Palermo.
Tuttavia, la mancanza di alternative e gli infortuni pesano come macigni: diversi titolari restano indisponibili e le soluzioni a disposizione di Vivarini sono sempre più limitate.

La ripresa: blackout totale e atteggiamento preoccupante

Nel secondo tempo, il Pescara si è disunito completamente. Nessuna organizzazione, reparti sfilacciati, distanze sbagliate e poca reazione mentale.
La squadra ha mollato, offrendo un’immagine preoccupante e arrendendosi troppo presto. Perdere fa parte del gioco, ma il modo in cui i biancazzurri hanno ceduto lascia una ferita profonda.

Le parole del presidente e il rischio di destabilizzazione

In questo contesto delicato, le dichiarazioni post-gara del presidente Sebastiani non hanno aiutato. (LEGGI QUI LE SUE DICHIARAZIONI).
Critiche pubbliche e toni duri che, seppur comprensibili, rischiano di minare ulteriormente la serenità del gruppo.
Certe questioni andrebbero affrontate internamente, “in camera caritatis”, per evitare tensioni che possono aggravare la crisi.

La sensazione è che serva unità e lucidità, più che parole, per uscire da un momento così difficile.

Serve una scossa vera

Il Pescara è in crisi di risultati e di identità.
La prossima sfida contro il Monza sarà un banco di prova cruciale per capire se la squadra ha ancora la forza di reagire.
Servono compattezza, lavoro e, soprattutto, umiltà tattica per ritrovare fiducia e stabilità.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 02 novembre 2025 alle 15:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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