Non è stato brutto. Semmai incompleto. Forse è questo l’aggettivo che meglio si addice al Pescara sconfitto a Perugia. Incompleto nel senso che gli è mancato qualcosa: la rabbia, la solidità mentale, la voglia feroce di vincere. Non è un particolare di poco conto perché, se c’è una cosa che era facile prevedere alla vigilia del match, era che i biancazurri avrebbero affrontato una squadra rabbiosa, incattivita da due sconfitte consecutive e dalle assurde polemiche sulla posizione del tecnico Oddo. La prima cosa che il Pescara avrebbe dovuto fare era quella di contrapporre a un avversario feroce, una ferocia dello stesso livello. Poi, una volta concluso questo primo step, sarebbe stato più facile. Invece così non è stato e Massimo Oddo, che a volte viene accusato di una certa presunzione, stavolta ha vinto la partita proprio con l’umiltà, riconoscendo con l’atteggiamento della propria squadra, una inferiorità (almeno momentanea) nei confronti dell’avversario: si è cautelato, l’ha aspettato, l’aggredito quando era il momento, ha sfruttato gli errori. La squadra di Zauri così, ha tenuto per lunghi tratti il comando delle operazioni ma a tratti è sembrata un po’ supponente. Magari è solo un’impressione dall’esterno, ma i segnali si sono visti tutti. Innanzitutto nella pigrizia nell’inserirsi dei centrocampisti, dalla scarsa concretezza nell’attaccare la porta, e soprattutto nella scarsa attenzione in fase difensiva, dove Rosi ha fatto sempre male sulla sua fascia, propiziando i primi due gol. Da una parte il Perugia ha concretizzato tutto, o quasi tutto ciò che ha creato. Dall’altra il Pescara che ha gestito la palla per gran parte dell’incontro, ma non ha mai costretto il portiere Vicario a una vera parata. Dopo l’occasionissima iniziale di Galano, non ci sono state vere e proprie occasioni da rete. Molto anche per merito del Perugia. Del resto era prevedibile che, dopo avere risalito la classifica dando spettacolo, i biancazzurri cominciassero a trovare davanti squadre che non sono più disposte a concedere spazi. Ma, come aveva già fatto la Cremonese, si chiudono, sono attentissime. Bisognerà adeguarsi a questa nuova realtà, e sicuramente sarà più facile quando tornerà Palmiero, forse l’unico tra i biancazzurri a essere realmente insostituibile.

Sezione: News / Data: Mar 03 dicembre 2019 alle 21:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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