Come un paziente ancora in convalescenza, che accenna a momento di ripresa in cui potrebbe scendere finalmente dal letto, ma poi non ne ha proprio la forza e si rimbocca di nuovo le coperte. Questo Pescara incerottato e fragile aveva l'occasione di prendersi un bel ricostituente nell'abbordabile gara con l'Avellino, ma nemmeno l'energia del proprio pubblico ha potuto trasformarlo in squadra coraggiosa e propositiva. Il gol iniziale è stata un'illusione perchè poi Brosco e compagni hanno lasciato per lunghi tratti l'iniziativa agli ospiti che, a forza di tenere palla hanno pareggiato e provato pure a vincere. Nella ripresa addirittura l'Avellino si è accampato per venti minuti nella metacampo biancazzurra, riversando cross pericolosi verso Desplanches, mentre il Pescara faticava a ripartire e ad azzeccare tre passaggi di seguito. Non si comprende perchè in una gara da vincere assolutamente Vivarini abbia scelto il 3-5-1, lasciando ancora una volta in solitudine Di Nardo a tentare di intercettare i lanci lunghi, chiudendosi ancora di più nel finale, quando il tecnico ha tolto contemporaneamente Dagasso e Mezzi (uscito contrariato, infatti), gli unici capaci a proporre gioco e manovra. Si è chiuso co in difesa Giannini, un baby ripreso dal Pineto, dove neppure giocava titolare, perchè capitan Brosco era oramai in apnea e acciaccato. Il reparto centrali evidenzia le scellerate scelte di mercato: out Pellacani per tutto il campionato, Gravillon assolutamente fuori condizione, ora il Pescara si ritrova inerme nelle prossime proibitive gare contro Palermo e Monza. "Siamo a posto così", rassicurava pochi giorni fa Sebastiani. Non direi proprio. In sintesi, la gara con l'Avellino, pur con qualche estemporanea chance di segnare oltre, è stata un "vorrei ma non posso", una grande incompiuta e con questo passo la C anticipata è uno scenario purtroppo concreto. Il pressing alto, che gli irpini hanno attuato per tutto il match, i biancazzurri sono riusciti a mantenerlo solo per un quarto d'ora iniziale e fatalità in quel lasso hanno segnato e costruito altre due opportunità con Meazzi e Valzania (traversa), recuperando palloni. Per il resto hanno lasciato costruire con comodo agli avversari e rinunciato perfino a fare diga a centro campo. Problemi fisici di preparazione? Scelta scellerata lagata alle caratteristiche di chi è rimasto dopo la falcidia degli infortuni? In ogni caso giocando così a sprazzi, con una velocità da moviola, di certo non si spaventa l'avversario nè lo si mette all'angolo. Occorreva dare il colpo del ko, invece dopo averci timidamente provato per qualche minuto, il Pescara ha preferito controllare e attendere. Vivarini, lo ripetiamo spesso, ha mille alibi e la sua panchina lo si è visto non offre molte strabilianti alternative, ma perchè osare Okwonkwo e Vinciguerra solo al 90? Perchè ancora non si rivedeTonin, che ha gamba e poiteva servire in contropiede come spalla per il povero Di Nardo, che si è spolmonato a rincorrere palloni vaganti? I vari Olzer, Tsadjout, Oliveri, Merola recupererenno solo oltre metà novembre, quele sarà allora il crinale da risalire per questa squadra senza ossigeno?

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 29 ottobre 2025 alle 06:27 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
vedi letture
Print