Certe giornate dovrebbero appartenere solo alla memoria, alla riconoscenza, al silenzio che profuma di rispetto.Oggi l’Adriatico si è fermato per rendere omaggio a Giovanni Galeone, il Profeta, colui che aveva insegnato a questa città non solo a vincere, ma a giocare con leggerezza, coraggio e poesia.

Un minuto di raccoglimento intenso, uno striscione bellissimo in Curva Nord – “Per sempre nel nostro cuore, Profeta” – e un’atmosfera che sembrava promettere un pomeriggio di calcio vero, di emozioni sincere.Poi, il campo.

E il campo, purtroppo, ha raccontato un’altra storia.

Il Pescara visto oggi contro il Monza è apparso fragile, lento, impaurito.

Un 0-2 che pesa non solo per il risultato, ma per la sensazione di impotenza che ha accompagnato ogni minuto della gara.

Perché non è solo la sconfitta a bruciare: è l’assenza di idee, di coraggio, di identità.

Il primo tempo ha illuso per dieci minuti, giusto il tempo di un paio di spunti di Di Nardo — l’unico, ancora una volta, a provare a ribaltare il destino.

Poi il nulla. Il Monza ha preso campo, testa e corpo della partita.

Ogni azione lombarda ha fatto male, ogni pallone perso dal Pescara ha acceso i rimpianti.

Le fasce sono state inesistenti, il centrocampo prevedibile, la difesa vulnerabile.

E nei cambi di Vivarini, più disperazione che strategia.

Nel giorno in cui la città ricordava Galeone, la squadra ha offerto la prestazione più lontana possibile dal suo spirito:

nessun guizzo, nessun rischio, nessuna scintilla di quella pazzia calcistica che il Profeta considerava essenza stessa del gioco.

Un calcio piatto, lento, scolastico  agli antipodi di ciò che Galeone avrebbe voluto vedere all’Adriatico.

La Curva ha guardato in silenzio.

Niente fischi, niente cori: solo uno sguardo spento, come di chi capisce che il problema non è perdere, ma non sapere più chi si è.

Il Monza ha meritato, ma il Pescara ha fatto troppo poco.

E la sensazione, dura da accettare, è che la squadra si sia smarrita non nei numeri, ma nello spirito.

Nel giorno in cui ricordava il suo maestro, il Pescara ha dimenticato se stesso.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 09 novembre 2025 alle 21:41
Autore: Antonio Iannucci
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