L’uscita in barella dal terreno di gioco non prometteva niente di buono. Purtroppo per lui la “maledizione del crociato” era in agguato e non gli ha lasciato scampo. Proprio come due anni fa (precisamente il 24 settembre 2017), quando vestiva la maglia del Crotone, Tumminello è di nuovo sul ring (prima il ginocchio destro, adesso il sinistro, ndc) per combattere quella sfortuna che cerca di stroncargli una carriera di grande prospettiva: cresciuto nelle giovanili della Roma, poi diventato di proprietà dell’Atalanta, due club che se non hai almeno i prerequisiti per diventare calciatore vero non ti darebbero chance! L’altra volta ce l’ha fatta, dopo un lungo calvario di oltre sei mesi, tra intervento chirurgico e riabilitazione. Ce l’ha fatta anche grazie a una forza di volontà enorme che lo ha portato prima a vincere (seppur da comprimario), il campionato di serie B con il Lecce, poi a trasferirsi in Abruzzo la scorsa estate e iniziare la stagione alla grande, con 4 gol nelle prime 5 partite tra campionato e Coppa Italia. Ma ora deve ricominciare daccapo e ... non è facile. Quel movimento innaturale del ginocchio per certi versi diventa plasticamente il simbolo del logorio del calcio moderno, dove l’aspetto agonistico è diventato esasperato, rendendo improbo per una ragazzone di oltre 180 centimetri e un peso non da libellula di fare continui stop and go in mezzo al campo, con rischi annessi e connessi, anzi certificati.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mar 17 settembre 2019 alle 10:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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