Punto e a capo. Come se il successo di Ascoli non ci fosse mai stato. Come se il cambio di modulo fosse stato un dettaglio del tutto insignificante. Ormai siamo quasi a fine ottobre e il Pescara non ha ancora trovato una veste convincente. La sconfitta interna contro lo Spezia ha riportato a galla i soliti limiti, che sono di gioco, ma soprattutto di personalità. Stavolta a far discutere è soprattutto il modo inopinato con ci il Delfino è sparito dal campo nella ripresa, rivializzando un avversario che aveva dato l’impressione di non avere le armi necessarie per impensierire i rivali. E invece, dopo l’intervallo la squadra non è mai uscita dalla propria area di rigore, non ha più gestito la palla, non è mai arrivata seriamente ad innescare gli attaccanti. Oltre che alla carenza di mentalità, si rimprovera a Zauri di non essere intervenuto subito, soprattutto a innervare il centrocampo che era palesemente in difficoltà visto che i due esterni non facevano altro che completare una linea di cinque (peraltro molto passiva) costringendo la mediana a ballare. Dopo la rete di Gudjohnsen il Pescara ha ripreso quantomeno l’iniziativa ed è arrivato in un paio di occasioni a sfiorare il pareggio che comunque non avrebbe demeritato

Sezione: News / Data: Mar 22 ottobre 2019 alle 16:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print