Iniziamo rispolverando un antico adagio aristotelico: "In medio stat virtus". Se qualcuno si aspetta che dopo il roboante e meritatissimo poker contro l'Empoli noi si tolga i biancazzurri dalla lotta salvezza, ebbene si tenga questa convinzione. La verità e la vera virtù, appunto, stanno nel mezzo. Così come non poteva sempre essere una zattera allo sbando, il Pescara non è improvvisamente diventato una delle candidate ai playoff semplicemente perchè ha maramaldeggiato sui toscani, che restano ancora tra i favoriti per la A. Così come avevamo affermato che il Mantova non ci appariva una corazzata come altri addetti ai lavori sentenziavano, per cui quei tre punti asciati al Martelli sanguinavano parecchio, alla luce delle ultime prestazioni dei biancazzurri riconosciamo che indubbiamente trapelano grandi margini di miglioramento; la ricetta giusta sta nel non montarsi la testa e non credere di poter essere competitivi con tutti. L'Empoli, così come il Venezia, nel secondo tempo ha commesso l'errore di pensare di poter giocare al gatto col topo, avendo più tecnica e un attacco sicuramente più pericoloso. Lo ha riconosciuto lo stesso tecnico ospite Pagliuca, che da parte sua non ha letto bene i segnali che arrivavano dalle ripartenze del Pescara. Vivarini ha saputo invece mettere ottimamente la squadra in campo: avendo studiato bene l'avversaro gli ha lasciato il possesso palla, puntando sull'aggressività e la fame di chi è sfavorito dal pronostico. Immaginiamo il suo discorso nello spogliatoio all'intervallo: "avete visto che non sono marziani e che si può osare? Tutti ci vedono come vittime sacrificali, allora vendiamo cara la pelle e sorprendiamoli!" Non sappiamo ovviamente cosa abbia detto realmente, ma nel post gara ha lasciato intuire di aver sciolto le briglie della squadra e poi ha anche saputo anche fare i cambi giusti dalla metacampo in su, aggiungendo freschezza atletica contro un avversario che invece pareva sulle gambe e quasi incredulo. Anche contro il Venezia il risultato era arrivato quasi a sorpresa, col Pescara che aveva indubbiamente più benzina in corpo. Ecco allora un dato confortante e frutto del rodaggio ritardato che sta dando i suoi frutti. Giocatori come Oliveri, Di Nardo, Merola, Squizzato, Corbo, lo stesso Dagasso, che erano apparsi "pulcini bagnati" (anche qui prendiamo a prestito una frase famosa di un certo Gianni Agnelli) all'esordio in B, nelle ultime apparizioni hanno mostrato di poterci stare in cadetteria e di avere importanti mezzi tecnici. Durante l'estate, infatti, per i noti motivi di bilancio, non si era potuta assemblare in tempo la rosa e in ritiro logicamente Vivarini aveva potuto ben poco. Ora il lavoro si vede, anche sui nuovi Capellini, Tsadjout e Corazza, così come l'intuizione di aver messo Valzania tra le linee, avanzandolo in campo e scompaginando i piani del tecnico empolese. Proprio Valzania era stato, assieme a Squizzato, uno dei più criticati dalla tifoseria e dagli addetti ai lavori; ebbene contro l'Empoli sono stati impeccabili e determinanti nelle azioni offensive, proprio perchè Vivarini ha potuto fare col tempo gli aggiustamenti che in estate non erano stati possibili. Eccezionale anche la prestazione dei centrali Brosco e Pellacani, che molti hanno sottovalutato: le palle alte erano quasi tutte neutralizzate prima che arrivassero a dei killer d'area come Popov e Shpendi, tanto che praticamente non hanno toccato palla, nonostante ben 26 cross piovuti dalle fasce. Insomma, il 4-0 sicuramente è sorprendente nelle dimensioni, ma conferma la crescita della consapevolezza della squadra, unita agli errori tattici di Pagliuca. Ora se è vero che il Pescara acquisterà maggior fiducia, senza più sentirsi inadeguato alla categoria, d'altro canto probabilmente nessuno lo affronterà più con la stessa supponenza dei secondi tempi di Venezia ed Empoli. Va quindi mantenuta la stessa fame ed umiltà per non recitare un ruolo diverso da quello che è oggettivamente nelle potenzialità: lottare duramente per salvarsi. Se si pensa di poter fare altro, non ci sorprenderebbe che arrivassero invece pericolose frustrazioni. Mister Vivarini lo sa bene ed ha parlato di "mentalità da ultras della curva nord", accattivandosi anche il gradimento dei tifosi, il che non guasta. Il pubblico di Pescara ha avuto difatti grande importanza in questa crescita di fiducia e coraggio della squadra, spronandola senza fare pressioni, con l'affetto incondizionato di guarda la maglia e non quello che poteva essere sul mercato. Questo Pescara comunque, come anticipato in apertura, ha ancora margini importanti. Davanti Tsadjout e Di Nardo non saranno bomber infallibili, ma hanno fisico e cattiveria per tenere alta la squadra e fare reparto da soli; magari più avanti, come ha detto Vivarini, li si potrà ammirare pure assieme, quando la squadra avrà completato la sua maturazione tattica. Oliveri sta dimostrando le doti che avevano indotto l'Atalanta a tesserarlo, ma va gestito così come Dagasso, che (restando, nonostante le offerte) è stato il vero colpo estivo di Sebastiani. Poi il resto potranno aggiungerlo i vari Gravillon che, visto permettendo, potrà dare ancora maggior spessore e solidità alla retroguardia biancazzurra, Okwonkwo e Caligara, ancora per poco fermi ai box. Insomma, mantenendo un certo equilibrio nei giudizi si può riconoscere a questo Pescara le credenziali per portare a casa altri scalpi eccellenti e potersi togliere non poche soddisfazioni in questo campionato; è ancora troppo presto, però, per volare oltre con la fantasia.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 22 settembre 2025 alle 11:36 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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