Le necessità, anzi le urgenze erano note a tutti. Sebastiani, il ds Foggia, Vivarini non avevano potuto negare le difficoltà di una rosa monca e poco esperta, cozzata contro un campionato cresciuto di livello medio e oggettivamente superiore alle possibilità attuali del Pescara. Però nessuno voleva abdicare da un risultato ottenuto con tanta fatica e sofferenza e, a parole, il duo era salito a Milano (seppur in notevole ritardo) con le migliori intenzioni. Dopo oltre due mesi di trattative sterili, di abboccamenti verso nomi ripetuti ogni giorno in maniera stucchevole, la montagna ha invece partorito il classico topolino. Serviva almeno un terzino ed invece ne sono usciti due e per rimpiazzarli è arrivato solo Corazza ed ora si dovrà ricorrere al mercato degli svincolati, serviva un play da affiancare a Dagasso a centrocampo e invece si è virato su Caligara che ha ben altre caratteristiche. Serviva soprattutto una punta centrale che fosse andata almeno una volta in doppia cifra, magari esperta come gli inarrivabili (per il Pescara) Coda e Lapadula e a 5 minuti dal gong si è riusciti solo a rimediare un onesto comprimario che in tutta la carriera in B ne ha timbrati 9 tra Cremonese, Frosinone, Pordenone e Cittadella, restando spesso ai margini. Non certo un mercato da spellarsi le mani dagli applausi, tantomeno in grado di far fare il necessario salto di qualità alla squadra. Come non bastasse tutti i giocatori sono in prestito per cui, come abbiamo già scritto, anche se dovessero incappare in una stagione stratosferica non resterebbero a Pescara e su di loro non si potrà costruire il futuro. Anzi, paradossalmente a questi giocatori potrebbe non interessare gran che dannarsi l'anima, visto che appunto poi avrebbero comunque il paracadute di tornare sotto contratto di altre società. Anche la stampa locale, fino a ieri tenera con la dirigenza e giornalisti pescaresi doc che hanno fatto fortuna in emittenti nazionali (Barone e Cilli) hanno seccamente bocciato il mercato di Sebastiani e Foggia. Qualcuno ha addirittura parlato di "presa in giro". Imperterrito come sempre, invece, il presidente biancazzurro si attribuisce una "sufficienza piena", convinto di aver colmato ogni lacuna e millantando che Tsadjout, il presunto bomber tanto atteso, era una prima scelta perchè aveva già lavorato con Vivarini a Frosinone. Peccato che il mister sia stato esonerato dopo appena sette partite con Tsadjout che aveva fatto fin lì scena muta e, anche se fosse stato così, perchè attendere quasi la fine del mercato, rischiando che magari per un cavillo saltasse tutto? La speranza è che almeno si tratti di giocatori pronti all'uso e determinati a riscattarsi, non certo come si rivelò il criticatissimo e inutile ingaggio di Alberti lo scorso gennaio. La palla passa ora a Vivarini che dovrà compiere una magia più o meno simile a quella che riuscì a Baldini lo scorso anno: fare le nozze coi fichi secchi e trasformare il brutto anatroccolo Pescara in un dignitoso cigno, in grado almeno di nuotare.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 02 settembre 2025 alle 22:37 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
vedi letture
Print