"Il vero patrimonio del Pescara sono le operazioni a costo zero". Per i tifosi questa dichiarazione, rilasciata tempo fa dal presidente Daniele Sebastiani, appare un segnale preoccupante di ristrettezze economiche, ed effettivamente lo è, ma è altrettanto vero che ogni anno, tra le decine di operazioni a corto raggio della società, almeno un paio poi diventano fieno in cascina per il bilancio ed hanno permesso finora di restare a galla. Che si tratti di ragazzi del settore giovanile venduti quasi subito, vedi Torreira, Verratti in passato ed oggi Arena alla Roma, o di giocatori di talento pescati da fallimenti o svincolati, da Lapadula e Mancuso a Olzer, la plusvalenza è garantita. Poi ci sono le operazioni di valorizzazione, alla Plizzari ad esempio, in cui Sebastiani è un guru. Certo, ai tempi d'oro questo mercato rendeva molto di più, però è chiaro perchè, non avendo mecenati alle spalle, lo scenario, volenti o nolenti, è questo: poca possibilità di trattenere i talenti, che sono quasi sempre di passaggio e quindi programmazione complicata. Scenario diverso, ad esempio, da quello di altre piccole come Entella, Carrarese o Juve Stabia, in passato il Cittadella, che riescono a mantenere uno zoccolo duro per anni, rinforzandolo nei posti giusti. "Quello del Pescara è costituito dai giocatori che il presidente non è riuscito a vendere", chiosano i detrattori di Sebastiani, ma tant'è e comunque pur senza poter quasi mai disporre di squadre competitive il Pescara ora è in B e cerca di restarci. Grazie per ora proprio ad una di questa "scommesse", quel Giacomo Olzer classe 2001 che si sta rivelando il vero bomber del Pescara, con percentuali realizzative degne di un centravanti di razza. Due gol, anzi tre considerando la traversa poi rimbalzata sulla schiena del portiere a Mantova, sui quattro totali della squadra, con appena sei tiri in porta, uno dei quali miracolosamente respinto dal portiere del Cesena. In pratica finora ha praticamente eguagliato l'intero bottino accumulato con la maglia del Brescia, da cui si è svincolato la scorsa estate in seguito al fallimento della società di Cellino. La sua forza fisica e la lucidità con cui si muove in campo hanno messo in difficoltà le difese avversarie: è proprio lui l'unico elemento di imprevedibilità del roaster di Vivarini, che fatica ancora troppo a proporre gioco. Il motivo è presto detto, questa rosa si sta assemblando ora perchè gli elementi di maggior spessore sono arrivati a lavori in corso o addirittura dopo il ritiro estivo di Silvi. In pratica il vero mini ritiro è stato effettuato durante la sosta per gli impegni delle nazionali. Difatti il tecnico abruzzese ha chiesto pazienza e promesso che il meglio arriverà presto, avendo la squadra ampi margini di miglioramento. Tra gli infortuni cronici di Brosco e Pellacani, l'uscita di ben sette giocatori che erano titolari lo scorso anno e le "pezze" arrivate solo in chiusura di mercato o addirittura dopo (Capellini e Gravillon), di certo Vivarini non ha avuto molte opportunità di dare una precisa identità al Pescara e ancora oggi non c'è un undici titolare, anzi più volte ha dovuto cambiare assetto specie a centrocampo. Gravillon, che se sta bene è imprescindibile in difesa, non potrà essere ancora schierato perchè manca il transfert internazionale, per il resto comunque la gara col Venezia ha delineato alcune gerarchie e mostrato dove va fatto il salto di qualità. Squizzato, ad esempio, per ora non offre sufficienti garanzie e Merola avrà bisogno del solito rodaggio per esplodere magari più avanti, come in passato. L'unica vera certezza, quindi, pare il ventiquattrenne trentino, che può svariare alle spalle delle punte con licenza di offendere. Chiaramente non basterà per salvarsi, sarà fondamentale che Vivarini riesca in fretta a mettere in pratica quanto ha dichiarato. Per Sebastiani, invece, il saldo è già positivo e non è difficile immaginare che a fine campionato sarà Olzer l'uomo mercato del Pescara.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 15 settembre 2025 alle 18:46 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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