Il rischio è quello di rimanere aggrappati a un sogno, a un’illusione. Lo era stato per Zauri e adesso per la stessa strada sta transitando anche Legrottaglie. Cosa era successo al precedente tecnico? Sembrava aver trovato la quadratura giusta e aveva offerto una prestazione straordinaria (4-0 al Benevento) che è rimasta negli occhi di tutti e che molti hanno considerato la vera unità di misura del valore della squadra. Il tempo si è incaricato di dimostrare che il vero Pescara non era quello, il poker ai sanniti era l’eccezion e non la regola, e pertanto era inutile aspettarsi ogni volta di rivedere prestazioni del genere. Oggi rischia di accadere lo stesso con lo scintillante debutto di Legrottaglie sul campo di Pordenone. Grande prestazione, grande risultato, che nelle settimane successive non ha trovato conferma. Quel Pescara probabilmente resterà un’eccezione. Un po’ perché, dopo avere scaricato Zauri, qualcuno aveva motivazioni straordinarie, un po’ perché dopo quel debutto fiammeggiante è stato ceduto il giocatore migliore (Machin) e la squadra ha perso l’unica cosa che aveva sempre funzionato bene, ovvero la coppia di trequartisti che avevano inventato e segnato tanto, al punto di portare il Delfino ad avere il secondo attacco della categoria, anche senza avere un attaccante goleador.

Sezione: News / Data: Mar 18 febbraio 2020 alle 18:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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