Legrottaglie ha faticato a gestire la situazione dopo poche partite “estive”, viaggiando comunque a una media di un punto a partita (quattro in altrettante gare), e ci ha rimesso il posto con un esonero arrivato forse in ritardo, a favore di Sottil, che a 46 anni si è ritrovato a debuttare su una panchina di B con tanto coraggio, ma poca preparazione per affrontare l’emergenza tecnica, mentale e fisica di una squadra allo sbando. L’adrenalina del terzo allenatore ha portato qualche buona giocata, dei gol, ma pochissimi punti: tre pareggi di fila per cominciare, due dei quali casalinghi e sanguinosi nel bilancio finale, contro un Perugia a pezzi e un Frosinone in forte affanno. La vittoria, peraltro non brillante, contro il derelitto Livorno, non è bastata a mettersi al riparo da sorprese. Ma gli dei del calcio hanno dato al Pescara un’ultima chance, a Verona, venerdì scorso: crollate Ascoli e Perugia, sarebbe bastato pareggiare per essere salvi. La paura, invece, ha tagliato le gambe a Memushaj e compagni e tolto lucidità a Sottil. L’idea di difendersi ad oltranza contro una squadra qualitativamente superiore e più in forma, decisa anche a prendersi un posto meno scomodo nella griglia dei play-off e non accontentarsi del pari, è stata un autentico suicidio.

Sezione: News / Data: Dom 02 agosto 2020 alle 12:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print