Come in tutte le valutazioni, si parte da come si vede il bicchiere riempito a metà. Il successo sul campo del fanalino di coda Legnago, scontato solo in apparenza e infatti maturato solo nel finale di gara, blinda o quasi il quarto posto in classifica e dopo un’infinità di tempo, il Pescara riesce a dare una certa continuità ai risultati. Due vittorie consecutive non si vedevano infatti da ottobre, quando i biancazzurri erano addirittura saldamente solitari in testa al campionato. Altri tempi e, alla luce proprio di questo assunto, arrivare quarti (sempre che non si inciampi col Campobasso nell’ultima giornata) e a distanza siderale da Entella e Ternana e con la Torres oramai irraggiungibile al terzo gradino del podio, non è un risultato da farci caroselli di macchine strombazzanti. Il bicchiere è, sotto questa lente, sicuramente mezzo vuoto e anche la prestazione di ieri, contro una squadra oggettivamente inadeguata a questi livelli, non è stata esaltante. Tante occasioni, anche clamorose, quando il Pescara ha spinto, ma anche troppe le solite amnesie, tanto che si è rischiato di sciupare tutto nel finale, prendendo un gol goffo in una delle poche sortite dei veronesi. Molti giocatori sembrano a fine corsa o accontentarsi di quanto già fatto, più proiettati invece su scenari e prospettive future. Andazzo legato alle incertezze societarie e alla conseguente impossibilità di delineare progetti a lungo termine. La pensano così i soliti instancabili tifosi che, per due volte in tre giorni, si sono sobbarcati una trasferta da oltre 500 km (lunedì di Pasquetta c’era stato il dietrofront per il lutto papale, ma la carovana era già quasi alla meta). Per metà gara a Legnago sono stati infatti incessanti i coretti contro il presidente Sebastiani, grande assente sugli spalti, salvo poi sostenere la squadra perché erano lì per questo. Basterà questo Pescara per far paura nei playoff e coltivare qualche illusione, come continua a sostenere mister Baldini? Sinceramente siamo scettici, però riconosciamo (e qui arriva il bicchiere mezzo pieno) che qualche segnale di inversione di tendenza si è intravisto e probabilmente non siamo allo sbando totale di cui avevamo scritto dopo il ko contro l’Arezzo. Intanto la squadra nelle due ultime uscite ha dimostrato maggiore compattezza e tenuta atletica, uscendo bene nei finali di gara dove invece era mancata clamorosamente e spesso per tutto il girone di ritorno. Poi ci sono le note positive dei progressi di giocatori come Pellacani e Ferraris, oramai imprescindibili, soprattutto il centrale che vanta una personalità ed una visione di gioco fondamentali. Senza di lui, quando è stato fuori per un infortunio importante e per la squalifica di ben tre giornate, era un Pescara timido, disordinato. Invece l’ex Hellas Verona ha portato innanzitutto sicurezza al reparto (non influisce l’errore di testa sul gol del pareggio del Legnago) e poi nelle ripartenze è il primo a portare a centrocampo palloni preziosi e a fornire assist di gran pregio. Poi ci aggiungiamo il segnale di risveglio di un giocatore che sicuramente rappresenta un lusso in C, ma quest’anno lo ha dimostrato ben poco. Parliamo ovviamente di Davide Merola, uomo mercato a gennaio ma restato probabilmente controvoglia. La pubalgia sicuramente lo aveva frenato ed anche ieri a lungo è sembrato indolente e poco reattivo, si toccava spesso l’inguine quasi a giustificare i suoi goffi dribbling nel primo tempo e qui, lo riconosciamo, è stato bravo e resiliente Silvio Baldini a tenerlo in campo, ad aspettare il momentum di un giocatore così importante. Dopo aver fallito due occasioni clamorose, Merola ha risolto infatti la disputa con due gol da fuoriclasse e si sa quanto sia importante segnare per gli attaccanti, a livello di autostima soprattutto. Lo si è capito dalle dichiarazioni post-partita del tecnico, che spera di avere un “rinforzo” in più per le difficili sfide dei playoff, contro squadre sicuramente più attrezzate del Pescara, ma anche dello stesso giocatore che si è detto riconoscente verso società e tifosi per averlo aspettato e deciso a dare il massimo per riscattare l’opaco 2025. Una doppietta d’autore che dimostra che il talento c’è ancora e che potrebbe anche fare la differenza in un reparto non proprio affidabile finora. Infine, dopo averlo criticato tanto, diamo il giusto merito a Baldini per aver azzeccato i tempi dei cambi e per aver, appunto, confermato Merola che pareva tra i più indiziati ad uscire ad un certo punto, sicuramente più di Dagasso o Ferraris. Da qualunque parte si osservi il bicchiere, comunque, non bisognerà dimenticare che, promozione o meno, il Pescara avrà il suo da fare per strutturarsi meglio e per garantirsi un futuro meno precario di quello attuale. Abbiamo già scritto tutto, non smentibili, sul paradossale aumento di capitale che ha portato Sebastiani ad avere più quote di prima, a dispetto di ventilati nuovi ingressi, abbiamo già fatto le pulci ad un bilancio decisamente a rischio, ma ora si aggiungono altre incertezze al quadro. Il vicepresidente Bankowski, socio storico, prima della gara ha annunciato che uscirà definitivamente dal capitale e poi incombono i nuovi parametrio che applicherà la federazione per le nuove iscrizioni: non basteranno più 350mila ma ben 700mila euro, il doppio cioè, per le fidejussioni a garanzia. Questo per provare ad evitare nuove figuracce in corso d’opera come Taranto, Turris, Messina, Foggia e soprattutto Lucchese, con quest’ultima che chiuderà coraggiosamente il campionato autotassandosi e partendo con proprie vetture per le trasferte. Siamo certi che molte altre società faranno fatica a reperire queste garanzie preliminari, ma è giusto così, per non prendere in giro i propri tesserati e i loro tifosi, e il Pescara sicuramente dovrà fare qualche acrobazia in più. A Legnago c’era lo stato maggiore del Vicenza calcio, guidato dal dg Seeber, pare per osservare da vicino alcuni giocatori biancazzurri. Quel che è certo è che il Pescara farà un corposo mercato in uscita e dovrà fare leva sui suoi gioielli, magari lo stesso Merola. Ecco, questo è quello cui ci riferiamo spesso quando constatiamo le costanti frenate della squadra da gennaio in poi. Speriamo ovviamente di sbagliarci e di essere smentiti da Sebastiani e Baldini, quella sì sarebbe una vera magia.
Autore: Andrea Genito
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