Sta per spegnere 39 candeline, ma continua a dare battaglia sui campi di calcio. Ernesto Terra gioca in Eccellenza laziale con il Monte San Giovanni Campano, a due passi da Sora, la città in cui ha scelto di vivere dopo aver militato per cinque anni in C con i bianconeri, prima di entrare nel giro della B, nel 2003, dalla porta di Catania. Da abruzzese doc – è di Silvi Marina – cresciuto nella storica Renato Curi, l’allora ds del Pescara Iaconi non poteva non portarlo in biancazzurro. Arrivò in prestito nel 2004: una sola stagione, finita con un’amara retrocessione (38 presenze e 5 reti). L’anno seguente, ancora in prestito, all’Atalanta, sempre in B: questa volta con promozione in serie A. Domenica prossima sarà doppio ex di Atalanta-Pescara. “Seguo sempre i biancazzurri – ci racconta Terra – , con la speranza sempre viva che possano salvarsi, anche se è dura. Il Pescara resta l’unica società per la quale sono stato anche tifoso, la squadra alla quale ho dato tutto quello che avevo”, dice il difensore, in B anche con Arezzo e Grosseto, poi in C ancora ad Arezzo e a Sorrento, con Sarri in panchina.

Ha seguito con passione la promozione di Oddo e l’inizio della stagione, ma di fare processi non ne vuol sapere: “Purtroppo nel calcio è facile parlare con il senno di poi. L’anno scorso è stata compiuta una cavalcata straordinaria. Grazie al grandissimo lavoro di tutti. Stravolgere in estate non avrebbe avuto senso. La serie A non perdona, lo sappiamo, ma la strada percorsa era quella più giusta. Ero dello stesso avviso di Oddo e della società. Ora si può riprogrammare, il Pescara ha la forza di riprovarci subito e tornare in A, nel caso le cose andassero male. Ci sono delle buone basi, poi c’è Zeman… l’ho affrontato in B ad Avellino e Brescia. Lo apprezzo molto: con lui vale sempre la pena andare allo stadio la domenica”.

E c’è anche Stendardo, suo compagno di squadra nell’Atalanta undici anni fa. “Guglielmo è un amico. Approfitto per mandargli un messaggio: deve restare a Pescara. E’ in una grande piazza, che punterebbe a vincere, e lui può fare ancora qualche anno ad alti livelli. Deve farlo a Pescara. Potrebbe diventare un punto fermo. Penso che terrà in considerazione quest’ipotesi, anche senza il mio consiglio”.

Terra all’Atalanta era in prestito dal Catania: dopo aver vinto la B a Bergamo, niente esordio in A, ma un altro prestito, ad Arezzo. “L’Atalanta negli anni si è assestata, ma qualche anno fa faceva anche lei il saliscendi tra B e A. Ormai è una società importante, che sforna talenti in continuazione. E’ la grande rivelazione della stagione. Il Pescara, però, può impensierirla, con Zeman ci si può sempre provare. Dopo i sette gol di Milano, le certezze saranno venute meno. Lì conosco Migliaccio, che resiste. E’ un bravissimo ragazzo”.

Il difensore abruzzese ha avuto grandi maestri in panchina, potrebbe approfittare per una carriera da allenatore? “Colantuono, Sarri, Pioli: che questi avrebbero fatto strada, si capiva già da allora. Quando uno ha talento lo vedi subito, come per i calciatori. Erano bravi all’epoca, figuriamoci oggi. Pioli a Grosseto, dopo le delusioni di Parma, ci salvò alla grande in B partendo dall’ultimo posto. Mi piacerebbe allenare, ma è difficile, il calcio mi ha regalato vent’anni di vita bellissimi. Ma bisogna saper voltare pagina, e sarei felicissimo di realizzarmi fuori dal calcio”.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 15 marzo 2017 alle 10:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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