Meglio di niente. In un certo senso (a denti stretti) possiamo concordare col presidente Sebastiani: potersi comunque giocare la serie B non era così scontato, anche se ti chiami Pescara ed hai la più lunga tradizione in cadetteria, con ben 37 campionati. Città con pedigree e budget superiori sono restate a bocca asciutta o addirittura debbono ancora conquistarsi la permanenza in C. Sebastiani si riferisce ovviamente a Perugia, Ascoli e Spal, per restare nello stesso girone, partite con ben altre ambizioni, ma come non citare Novara, Trapani (per bocca del suo presidente, che ha speso moltissimo, doveva stravincere il campionato), Triestina e quel Foggia che strappò ai rigori la finale play off solo due stagioni fa? Ora queste società debbono far fronte alla delusione cocente delle loro piazze e a investimenti fallimentari, vedi Spal che ha il monte ingaggi più alto dopo il Vicenza e addirittura spareggerà per non retrocedere in D. Il Pescara, nonostante l'imprevedibile crollo nel girone di ritorno con 27 punti in carniere contro i 40 dell'andata, la sua posizione in griglia nella post season se l'è guadagnata e pure qualche flebile chance di fare un pò di strada, visto che è risultata la migliore quarta in assoluto e potrebbe essere testa di serie nella fase nazionale, col vantaggio del ritorno in casa e del passaggio di turno in caso di parità finale. Sono ben quattro anni che i tifosi del Pescara masticano amaro in C, abituati com'erano a ben altri palcoscenici e alle dichiarazioni spocchiose di Sebastiani ("il Pescara in B ci sta comodamente, palleggiando di tacco", cit.), si tratta della permanenza più lunga dai lontanissimi anni '60 e questo spiega la disaffezione sugli spalti, con meno di 3000 presenze nell'ultima uscita col Campobasso. Però va detto che i biancoazzurri, nonostante mezzi economici modesti e rose non proprio di primo livello, sono sempre arrivati in fondo a giocarsi il ritorno in cadetteria, mai direttamente (se non, appunto, nell'ultimo illusorio girone d'andata), però a maggio sì. Per due volte da terza, alla guida di Colombo e Zeman, quindi un pò più giù nella griglia finale. Il risultato migliore, come detto, due anni fa col boemo, superando Virtus Verona ed Entella e cedendo immeritatamente in semifinale col Foggia ai rigori, dopo aver condotto per 95 minuti al ritorno all'Adriatico e sfiorato ripetutamente il gol della sicurezza. Nelle altre partecipazioni, invece, mera presenza con la recente mortificante eliminazione contro i baby della Juve Next Gen nel 2024, classificatisi decimi e capaci di vincere 3-1 a Pescara. Si spera ovviamente di fare figura migliore e le premesse non mancano: quella squadra, già scialba in campionato, si presentò fisicamente a terra e senza Merola, infortunato; questa ci arriva con un morale ben diverso e recuperando gli uomini migliori. Contando anche le partecipazioni in B, il Pescara mette la tacca per l'ottava volta nei play-off, che hanno sorriso in tre occasioni, con le promozioni in A nel 76/77, 78/79 e 2016. Insomma, i tifosi biancoazzurri sono abituati a questi "straordinari" e siamo certi che riempiranno gli spalti in occasione di questo estremo tentativo di recuperare prestigio. Nessun proclama, però, lo scrivono nei post gli stessi tifosi che non hanno l'anello al naso. In fondo le migliori soddisfazioni sono arrivate proprio quando le favorite erano altre...a proposito, l'ultima promozione, con Oddo in panchina, arrivò partendo dal quarto posto. Non si sa mai!
Autore: Andrea Genito
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