Partiamo dalle note positive. Rispetto agli anni scorsi, alla prova del nove stavolta il Pescara non ha mollato la presa, lasciando alle avversarie più attrezzate le ambizioni di promozione. Negli ultimi tre anni i biancazzurri infatti erano partiti altrettanto bene, facendo intravedere la possibilità di primeggiare, salvo poi steccare clamorosamente nei confronti diretti con le prime: Reggiana, Catanzaro e poi Cesena, ma anche contro le pari grado Crotone, Modena e Torres, rassegnandosi quindi ad un girone di ritorno da semplice sparring partner. Certo, c'era stato il guizzo fino alla semifinale playoff con Zeman alla guida, ma nella stagione regolare le prime erano decollate presto a distanza siderale, travolgendo appunto il Pescara nei big match all'Adriatico, davanti al pubblico delle grandi occasioni. Stavolta no, pur arrivando con affanno in vetta non ha sbracato di fronte ad una Ternana nettamente superiore dal punto di vista tecnico e della qualità degli elementi in rosa, specie davanti. I dodicimila accorsi domenica per vedere se le ambizioni di mister Baldini erano fondate non hanno visto una squadra in soggezione, piuttosto un gruppo che ha saputo andare al di là dei propri limiti oggettivi, cercando di colmare il gap con la compattezza. Certo, fino a qualche settimana fa si erano un pò tutti illusi (Baldini per primo) di avere una schiacciasassi in grado comunque di fare risultato ovunque e i successi esterni contro Ternana, Entella, Spal ed Ascoli parevano un presagio da predestinata. Lo stesso tecnico degli umbri Abate, forse non credendoci neanche troppo, parlava di squadra in grado di fare 100 punti, tenendo quel passo. No, obiettivamente il Pescara non ha queste potenzialità ma neppure è la squadra fragile e preoccupante vista contro Pineto, Arezzo e Legnano. Le carte da giocare ci sono e, seppur con un pò di fortuna, la Ternana non ha messo la freccia e probabilmente dovrà fare i conti a lungo con i biancazzurri. Di preoccupante semmai c'è il calo fisico e la stitichezza in zona gol, emersa prepotentemente proprio a partire dalla gara più bella e sfortunata del Pescara, in occasione della prima immeritata sconfitta in campionato a Pesaro. Lì le occasioni da gol furono davvero tante, ma quasi mai capitarono a chi per mestiere i gol li deve fare, cioè gli attaccanti e non si può mettere la croce addosso ai vari Pierozzi, Crialese e Pellacani se non sanno saltare il portiere. Dopo quel ko il Pescara ha convinto solo col derelitto e acerbo Milan Futuro, che oggi probabilmente è la squadra più incompiuta di tutta la C. Dopo troppi clean sheet con poche conclusioni verso le porte avversarie, a conferma di un attacco decisamente non da capolista. Mister Baldini ha provato come prima punta i vari Vergani, Tonin, Bentivegna, Ferraris e domenica Merola, senza però mai trovare la quadra. Contro la Ternana il portiere ospite ha rischiato di morire di noia, dovendo vigilare solo su tentativi appena abbozzati di offendere. Il Pescara ha indubbiamente un gioco di squadra, con giocatori che si aiutano e tappano le eventuali falle, si è vista anche una discreta tenuta difensiva contro il miglior attacco della categoria, ma manca quasi del tutto il pressing alto ed il possesso palla verticale che aveva contraddistinto le prime 10-12 giornate di campionato. Per dare conforto all'obiettivo serie B, sbandierato ulteriormente da Baldini a fine big match ("ce la giocheremo noi e la Ternana", ignorando l'Entella appaiata in vetta), ci vorrà ben altro e soprattutto un mercato finalmente razionale e di spessore. Negli ultimi anni, forse appunto perchè la squadra aveva già mollato gli ormeggi al giro di boa, il presidente Sebastiani si era preoccupato più di sfoltire, facendo cassa, che di dare competitività alla rosa. Ora, almeno a parole, lui ed il dg Foggia paiono intenzionati a puntellare in almeno tre settori: terzino sinistro in alternativa a Crialese, un rimpiazzo a centrocampo per il lungodegente Lonardi, ma over all un vero centravanti, già rodato ed in grado di sfondare la rete. Non sarà facile, visto che il tanto sventolato cambio di proprietà non si è concretizzato e le disponibilità finanziarie dell'attuale dirigenza sono risicate. Forse si procederà con qualche scambio o prestito in valorizzazione, magari dando come contropartita i pezzi da 90 Dagasso e Merola, cercati anche in serie B. Basterà?
Autore: Andrea Genito
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